Parkinson, ecco alcuni sintomi in grado di "prevedere" la malattia

Si può fare molto per diagnosticare il morbo di Parkinson prima della sua comparsa: ecco i campanelli d'allarme e un nuovo metodo per scovare forme aggressive con alcune analisi del sangue

Parkinson, ecco alcuni sintomi in grado di "prevedere" la malattia
00:00 00:00

Conoscere in anticipo il nemico e "aggredirlo" prima della sua completa manifestazione per limitarne i danni è una delle sfide più importanti per combattere il morbo di Parkinson per il quale, ad oggi, non c'è ancora una cura definitiva. Come abbiamo visto su ilGiornale.it, l'ultima frontiera è data da esami specifici alla retina degli occhi in grado di anticipare, anche di alcuni anni, l'eventuale predisposizione a questa malattia. Esistono, però, altri segnali più tangibili che suonano come campanelli d'allarme, ecco quali.

Bradicinesia e camptocormia

Oltre al classico tremore quando si è a riposo, un segnale che potrebbe affacciarsi questa malattia è la bradicinesia: come spiegano gli esperti di Humanitas, si tratta di un "rallentamento dei movimenti volontari, ad esempio camminare, che diventano difficilmente controllabili". A questa problematica si associa anche un'andatura sempre più curva e piegata in avanti chiamata camptocormia, conosciuta anche come sindrome della colonna vertebrale piegata.

I segnali legati a scrittura e sonno

Molti non sanno, però, che alcuni sintomi possono "predire" la malattia con un netto anticipo rispetto a quanto descritto finora. Un altro campanello d'allarme riguarda ad esempio la propria calligrafia, in particolare se vi è una riduzione dei caratteri di scrittura: come ricorda il Corriere, tra i primi studiosi ad accorgersi di questa problematica è stato Jean Martin Charcot, neurologo francese. Alcuni segnali sono legati al sonno notturno: la maggior parte dei pazienti che soffrirà di Parkinson soffre di Rem sleep behavior disorder (Rbd), ossia il disturbo della fase Rem notturna che interessa soprattutto gli uomini tra 40 e 70 annu che sognano aggressioni nei loro confronti e si difendono sferrando pugni e calci.

"Secondo vari studi, dal 25 all’80% di chi presenta Rbd si ammalerà di Parkinson entro 5-15 anni e ciò rende tale sintomo un importante predittore di malattia", ha dichiarato al quotidiano il prof. Giuseppe Plazzi, docente all’Università di Bologna e presidente dell’European Narcolepsy Network. Durante le ore di riposo notturno può comparire anche la sindrome delle gambe senza riposo con movimenti difficilmente controllabili che si presentano anche 4-5 anni prima. "Se studi su più ampie popolazioni dovessero confermarlo, anche questo sintomo potrà considerarsi un importante predittore", ha sottolineato l'esperto.

Gusto, olfatto e stipsi

Due sintomi che sono stati d'attualità negli anni della pandemia Covid-19 sono legati al gusto e l'olfatto: nel primo caso si tratta di alcuni disturbi che possono comparire nel 50% dei casi anche 4 anni prima mentre, nel 29% dei casi, si possono avere problematiche al gusto a causa di una produzione eccessiva di saliva chiamata scialorrea parkinsoniana. Non è finita qui perché un futuro ammalato su due presenta problemi di stipsi, ossia difficoltà dell'espletamento della funzione intestinale. Infine, uno dei segnali principali è il freezing, letteralmente "congelamento", con cui le persone hanno la sensazione di avere i piedi "incollati" al suolo. "Se provi congelamento, potresti improvvisamente non essere in grado di andare avanti per diversi secondi o minuti", spiegano gli esperti. Purtroppo, le cause di questa problematica non sono ancora note e può peggiorare nei pazienti ansiosi e stressati. "Il congelamento può verificarsi anche se non si riceve il farmaco in tempo, si dimentica una dose o si soffre di grave stitichezza".

I segnali dal sangue

È notizia delle ultime ore la messa a punto di un esame del sangue in grado di rilevare la malattia di Parkinson e diagnosticarla prima che il danno al sistema nervoso si aggravi: lo studio è della Duke Health ed è stato appena pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine. "Attualmente la malattia di Parkinson viene diagnosticata in gran parte sulla base dei sintomi clinici, dopo che si è già verificato un danno neurologico significativo", ha dichiarato Laurie Sanders, docente nei dipartimenti di Neurologia e Patologia della Duke School of Medicine, membro del Duke Center for Neurodegeneration and Neurotherapeutics e autrice dello studio. "Un semplice esame del sangue ci permetterebbe di diagnosticare prima la malattia e di iniziare prima le terapie.

Inoltre, una diagnosi chiara identificherebbe con precisione i pazienti che potrebbero partecipare a studi farmacologici, portando allo sviluppo di trattamenti migliori e potenzialmente anche di cure", ha sottolineato Sanders. Nel caso specifico, si è visto che il Dna dei mitocondri possono subire dei danni che suonano come campanelli d'allarme per le forme più aggressive del Parkinson.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica