Come farsi cogliere con le mani in pasta ed essere felice

Per andare a Maddalena bisogna imboccare una bella strada di leggere curve e lunghe discese. Meglio ricordarsi di frenare perché poi, sennò, si finisce dritti nel Ticino. Il fiume, intendo. La gente del posto, quando guida, alterna il folle alle marce per risparmiare benzina che restituirà con gli interessi tutte le volte che risalirà. Per uscire da Maddalena bisogna sempre salire, salire e salire. Come nella vita, che quando è piana è ovviamente un falso piano.
A Maddalena, l’altra domenica, ho imparato a fare il pane. Cioè: è quanto ho lasciato credere a mia moglie e al dietologo, intrufolandomi fra molte signore e pochi padri. La verità è che ero in missione per conto di me stesso per apprendere tutti i segreti dell’impasto del gnocco fritto. Questione di farina, olio, sale, panna da cucina e latte e zucchero. Lo so: sarebbe bastato digitare gnoc-co-frit-to su Google e una macchina sputa inchiostro 69kappazeroqualcosa avrebbe stampato ricetta e modalità d’esecuzione. Ma vogliamo mettere starsene invece dietro un grande bancone nelle cucine dell’antica cascina con una signora tenera e sorridente come nonna papera che insegna l’arte sapiente dell’impasto? Vogliamo mettere nonna papera che strizza l’occhio non per un invito a cena ma per sussurrarti che con lo stesso impasto si possono fare le tigelle e - ammiccando di nuovo - «poi ci spalmi dentro una cucchiaiata di strutto e sai che meraviglia...»?
So che meraviglia. Quel che non sapevo è quanto fosse rilassante fare qualcosa che oggigiorno ha addirittura assunto un significato negativo: avere cioè le mani in pasta. Con le mani in pasta ho infatti cambiato stanzone, con le mani in pasta sono entrato nelle cucine dove nonna papera spiegava come tirare la pasta del gnocco, e con le mani sempre più in pasta ho tramato per posizionarmi nel punto migliore per la conclusiva prova assaggio. Con lo strutto. Lo speck. Così vellutato l’uno, così sottile l’altro.
La domenica in fattoria aveva un titolo: “Non solo pane”; e un sottotitolo: «La giornata dedicata all’antico gesto di mettere le mani in pasta». L’aveva organizzata l’Anffas Ticino di Somma Lombardo, l’associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale.

E allora ho pensato alle donne, agli uomini, alle molte nonne papere che avevo visto lavorare per assistere e integrare chi ha molto meno. Ho pensato che quotidianamente prendono per mano quei ragazzi e li accompagnano nella vita di tutti i giorni. Ho pensato che quella mattina avevano preso per mano anche chi ha tutto e neppure se ne accorge.

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