da Milano
«Andare alle urne perché è quello che chiede il Paese». Michela Vittoria Brambilla, presidente dei Circoli della libertà, è determinata a mobilitare migliaia di cittadini attraverso la sua associazione. «Dai nostri Circoli sono già partiti migliaia di fax, indirizzati al Quirinale, nei quali chiediamo al presidente Napolitano di tornare alle urne». Lo slogan è di quelli efficaci: «Caro Presidente, è ora che consulti anche noi: mandaci a votare». «Già a partire da domani scenderemo in piazza con i nostri banchetti - ha detto la leader dei giovani di Confcommercio - a raccogliere le adesioni di chi, insieme a noi, vuole far sentire la propria voce contro i trucchi della politica. Il governo Prodi non ha più una maggioranza, né tra la gente, né in Parlamento». Il manifesto preparato dai circoli è già disponibile sul sito www.circolodellaliberta.it.
«Mentre sul Colle la sinistra va avanti e indietro per cercare di ricucire un rapporto ormai logoro - aggiunge la Brambilla - lo strappo con il resto del Paese è insanabile. Questo esecutivo si è rotto, e pensare di rimetterlo insieme con la colla o con qualche cerotto mi sembra unoperazione impossibile, e soprattutto dannosa per lItalia, che ha bisogno di un esecutivo forte per scelte importanti di politica estera così come di politica economica e sociale». La scelta di tornare a votare, che secondo un sondaggio pubblicato ieri sul Giornale è condivisa da otto italiani su dieci, per la Brambilla «risponde a quattro esigenze: un esecutivo stabile per sostenere la ripresa economica in atto; una coalizione che con le sue divisioni non getti discredito internazionale sul Paese; un governo che non elegga la sinistra comunista e il sindacato come unici interlocutori; lassoluta necessità di togliersi di dosso questa pressione fiscale inaccettabile». «Lunico segno distintivo per cui Prodi e la sua maggioranza raccogliticcia sarà ricordato», sottolinea la Brambilla.
Il giudizio sul governo che lesponente dei Circoli ha espresso in questi pochi mesi di attività è decisamente poco lusinghiero: «LUnione si è messa sotto i piedi la politica estera e la politica economica e fiscale del precedente governo, con il rischio di azzerare lo sviluppo del sistema economico, ha saputo solo demotivare le imprese e penalizzare tutti i cittadini, dal ticket sanitario al salasso in busta paga. Scelte scellerate che noi abbiamo contestato, prodotte da un governo che si era chiuso nella sua torre davorio, senza pensare ai veri problemi del Paese. Così non si può andare avanti. La stagione delle pastette deve finire».
Lunica cosa sulla quale la Brambilla non si sbilanciata è il futuro dei Circoli: «Oggi stiamo dando voce al disagio della gente comune, per adesso è prematuro parlare di un impegno politico in prima persona.
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