Roma - Un fragoroso applauso dai banchi della maggioranza ha accolto l'approvazione della risoluzione che dà il primo via libera al decreto attuativo del
federalismo riguardante il fisco municipale. Al Senato i voti favorevoli sono stati 153, i contrari 124 e gli
astenuti 2.
Il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza (primi firmatari i capigruppo del Pdl Maurizio
Gasparri e della Lega Federico Bricolo), sul federalismo municipale.
Dopo le
comunicazioni di ieri del ministro della Semplificazione Roberto Calderoli che aveva illustrato e difeso fortemente il decreto
attuativo, oggi sono state presentate dieci risoluzioni al Senato, che saranno votate attorno alle 13, di cui una di Pdl e Lega,
7 del Pd, una del Nuovo polo e una di Italia dei valori.
Il commento del Senatur Bossi è sicuro di portare a casa il federalismo e alla domanda dei giornalisti: "Si sente già in tasca il federalismo dopo l’approvazione della risoluzione di maggioranza al Senato?", ha risposto "Sì". Il ministro ha poi rispedito al mittente le accuse sul federalismo come portatore di corruzione. "Stupidaggini", ha detto Bossi, rispondendo indirettamente alla Corte dei Conti che ieri ha detto che il federalismo
favorirebbe la corruzione. "Non sono d’accordo - ha spiegato Bossi - aumenta la responsabilità. Non è esattamente
corruzione".
"Non mi fido di Fli" Nonostante la maggioranza sia più solida alla Camera, il governo potrebbe comunque porre la fiducia sul decreto del federalismo fiscale municipale. Di questo si discuterà in un Cdm previsto nel pomeriggio. Lo rende noto lo stesso Bossi che aggiunge: "Vediamo oggi cosa dice il Cdm, il problema è che i finiani ci hanno chiesto delle cose che noi abbiamo recepito ma poi qui al Senato hanno votato un pò con la sinistra...". Per questo motivo Bossi dice di fidarsi "non tanto" di Fli alla Camera.
Per il Cav riforma chiave "Il federalismo fiscale è una riforma chiave per la modernità dello Stato. Con
queste riforme abbiamo corretto quelle precedenti, come il titolo V approvata con quattro voti di
scarto alla Camera a fine legislatura. Si trattava di riforme zoppe", ha affermato il premier Silvio
Berlusconi, intervenendo agli Stati Generali di Roma Capitale.
Il processo breve La conferenza dei capigruppo della Camera ha calendarizzato per lunedì 28 marzo il
disegno di legge sul processo breve, ora all'esame della commissione Giustizia. Una decisione che ha visto il
parere contrario dell’opposizione. "Sono confusi -dice il capogruppo Pd, Dario Franceschini- ieri Alfano aveva
detto che non avrebbero portato avanti il processo breve e oggi invece hanno voluto la calendarizzazione".
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