«Ferrante rompe il silenzio elettorale»

«Queste sono solo promesse elettorali»: non c’è accusa più sciocca da rivolgere a un candidato che in campagna… elettorale (appunto!) elenca intenzioni e propositi. Al povero candidato prima si chiede insistentemente: «Il programma, qual è il programma?». Poi, se lo sciagurato risponde, lo si accusa di fare «solo promesse». E cos’altro dovrebbe fare? Un candidato, anzi, deve fare promesse. Particolarmente incomprensibile è poi questa accusa se viene rivolta da un antagonista, da un altro candidato che, com’è ovvio, a sua volta elenca, altrettanto legittimamente, le sue «promesse elettorali». È ciò che ha fatto Bruno Ferrante con Letizia Moratti negli studi di Matrix, al cospetto di Enrico Mentana che in fondo proprio questo chiedeva ai due candidati: promesse elettorali.
E Letizia, da donna concreta, ha risposto non con delle teorie o con degli appelli ma con fatti e cifre: «Farò risparmiare ad ogni famiglia media 533 euro all’anno. Meno 328 euro con la riduzione dell’Ici, 105 euro di risparmio sui consumi energetici, 60 euro dalla tariffe Atm bloccate per almeno cinque anni…», eccetera. Voce per voce del bilancio familiare. E soprattutto ha promesso 100mila posti di lavoro in più nei prossimi 10 anni. Promesse elettorali, appunto.
Astiosetta e fuori misura la replica di Ferrante: «Chi non ha idee dà i numeri, e la Moratti dà spesso i numeri». Qualcuno dovrà spiegare prima o poi all’ex prefetto che, da quando sono stati inventati, persino prima della scrittura, i numeri sono sempre serviti a esprimere delle idee. Ma il punto è che un candidato sindaco, soprattutto per una città concreta e pragmatica come Milano, è proprio i numeri che deve dare. Cifre, dati, traguardi, fatti: i numeri danno all’elettore il grande vantaggio di poter verificare il raggiungimento degli obiettivi, gli dà la possibilità di rinfacciare un fallimento. Sono indice di serietà. Ed è strano che Ferrante, che qualche anno a Milano lo ha passato, non l’abbia ancora capito.

Il suo problema, semmai, è proprio quello di non dare i numeri ma di fare sempre dichiarazioni generiche, promesse vaghe, enunciazioni ideologiche: dialogo, concertazione, più asili nido, meno inquinamento, più case, meno traffico. Benissimo, ma quanto più e quanto meno? Per cortesia, candidato Ferrante, sia concreto: dia i numeri.

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