Da ferriere a polo d’eccellenza Così al posto degli altiforni sorgeranno dei giardini pensili

Aperte nel 1906 e smantellate nel 1996, le ex acciaierie ancora oggi pensano «in grande»

Decontaminare l’area delle ex acciaierie Falck salvaguardandone la memoria storica. Sono gli obiettivi del progetto di riqualificazione, destinati a modificare la zona in modo consistente. Il progetto di risanamento prevede la creazione di un grande parco: un milione di metri quadri, su una superficie complessiva di un milione e 300mila metri quadri. Nel cuore del parco sorgeranno edifici destinati all’uso residenziale. Denominati «case alte», fluttueranno - come moderne palafitte - a 12 metri di altezza. Sulla sommità ci saranno giardini pensili.
I maggiori insediamenti industriali rimarranno al loro posto. Il T3 Pagoda e T5 Laminatoio resteranno intatti e potranno servire da scenografie per spettacoli e manifestazioni pubbliche; altri - Bliss, Rettifica, Filiere e Omec - diventeranno centri di eccellenza. Nel progetto c’è spazio per biblioteca, università, laboratori di ricerca e vivai di impresa. Ci saranno, inoltre, attrezzature sportive, servizi scolastici e culturali, parcheggi, servizi socio-assistenziali, sedi operative di istituzioni. Previsto anche un sistema di mobilità, costituito dagli attuali assi di connessione con Milano, un sistema di trasporto intermedio, nove linee urbane - sulle quali dovrebbe viaggiare un nuovo veicolo, Elfo, a idrogeno o elettrico -, tapis roulant e una pista ciclabile. Infine, un sistema innovativo garantirà l’autonomia energetica dell’insediamento.
Rinascerà così l’area delle acciaierie, inaugurate nel lontano 1906 da Giorgio Enrico Falck alla guida della Società anonima acciaierie e ferriere lombarde. Destinata a diventare un colosso, con l’acquisizione della Ferreria Milano.

Che porta, nel 1917, alla diversificazione delle attività del gruppo a alla nascita di insediamenti in tutta Italia. La crisi comincia negli anni Settanta, quando iniziano a diminuire gli investimenti. E porta, nel 1996, allo smantellamento di tutti gli impianti siderurgici di Sesto San Giovanni.

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