«Riappropriamoci del borgo, non lasciamolo finire nel degrado». Recita così un volantino attaccato su un muro di via San Bernardo, borgo Chiaravalle. È firmato Lega e invita i cittadini a scendere in strada, per una grande festa. E per dire ancora «no» agli oltre dieci campi nomadi che assediano il quartiere. Per una sera i vicoli si riempiono di donne, anziani e bambini che giocano a palla. Il dj canta «O mia bella Madonnina», mentre i tavoli si riempiono di dolci. Un lusso da queste parti, dove, dopo il tramonto, vige il coprifuoco. I residenti hanno paura. Troppo numerosi gli episodi di violenza e vandalismo.
«Quello che posso assicurare - promette Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino - è che i campi rom andranno via. Se non ci penserà il prefetto, lo farà qualcun altro». Il borgo era unoasi tranquilla. Lo è stata fino a tre anni fa, quando i rom hanno iniziato a creare i primi insediamenti. La situazione è precipitata negli ultimi 12 mesi, con il moltiplicarsi dei campi e, di conseguenza, dellillegalità dei furti. «In questa zona - spiega Alessandro Morelli, capogruppo della Lega nella Zona 5 - ci sono molti insediamenti abusivi. Ci vivono dagli 800 ai mille rom. Il tessuto sociale, 1.200 residenti, non è in grado di assorbire queste presenze». La festa-presidio era stata preceduta, domenica scorsa, da una raccolta di firme. «Hanno aderito 500 persone», continua Morelli. Segno che la gente è stanca. «La festa - prosegue - è un modo per protestare e di riappropriarci del territorio senza bisogno di ronde, che da queste parti i cittadini vedono con favore». Eppure loro, i diretti interessati, non accettano di essere definiti razzisti. «Non abbiamo nulla contro gli immigrati - conferma Romeo -, ma vivere in questa situazione è diventato impossibile. Subiamo di continuo furti in casa, danni alle auto, roghi di pneumatici, atti di vandalismo». Lultimo è avvenuto sulla linea 77 dellAtm, l'unica che collega Chiaravalle col centro. «Un rom - racconta Carmela Viconi - ha fatto i propri bisogni sullautobus, davanti ai passeggeri. Lautista non è potuto intervenire perché aveva paura delle ritorsioni». La lista dei disagi è lunga. Marco, 14 anni, dice di aver paura «ma esco lo stesso perché non posso chiudermi in casa. Hanno cercato di rubarmi il cellulare. A un mio amico è andata peggio perché è stato picchiato per aver difeso una ragazza». La signora Ornella, proprietaria di una tabaccheria, è stata derubata due volte: «Ci sentiamo abbandonati. Non abbiamo più neanche i vigili di quartiere». «Fino a pochi anni fa - ricorda - vivevamo con le porte aperte. Adesso siamo costretti a chiuderci a chiave». Per di più, dicono, i rom che non rispettano le regole non sono puniti.
«Siamo di fronte a una specie di razzismo al contrario - denuncia un altro cittadino -.
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