Per i suoi quarantanni, il pianista Stefano Battaglia si è fatto un regalo stupendo (o gli è stato fatto, è lo stesso): un doppio cd a suo nome per la Ecm. È bellissimo e cangiante e perciò bisogna avvicinarlo con cautela. Battaglia, milanese residente a Siena dove insegna presso i corsi di jazz (luniversità italiana del jazz, come giustamente vengono chiamati) ha esordito nei concerti dedicandosi ad autori classici - Bach, Scarlatti, Haendel - e contemporanei. Poi ha incontrato Lennie Tristano, Bill Evans, Paul Bley (il più amato) e Keith Jarrett, ritagliandosi uno stile improvvisativo personale. Con questo album formato da due cd fra loro diversi (il primo con Giovanni Maier al contrabbasso e Michele Rabbia alle percussioni, il secondo con il violinista Dominique Pifarely al posto di Maier) Battaglia, pur sempre rispettoso della consonanza, sembra tornare verso la musica europea.
In realtà afferma la propria totale libertà: il jazz è soltanto una componente del suo fare musica, la cui essenza va individuata nella religione. «Per me - dice Battaglia - la musica è una manifestazione divina che mi attraversa e mi toglie la tensione ad aderire a un linguaggio specifico».Stefano Battaglia Raccolto (2cd Ecm)
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