Festa fino all’alba per gli americani che vivono in città

Il verdetto definitivo su chi abbia vinto le elezioni americane ci sarà solo stamane. In ogni caso, per la comunità degli americani di Milano e hinterland è stata una nottata di festa e di speranza: e se è vero che la stragrande maggioranza di loro ha incrociato le dita per Obama - candidato favorito e forse ormai nuovo presidente degli Usa - tutti, anche i pochi repubblicani presenti, hanno seguito questa notte di spoglio dei voti con un entusiasmo mai visto prima. Alla festa organizzata dal consolato americano e dalla rivista «Easy Milano» presso la discoteca «Le Banque», in zona Cordusio erano più di mille le persone invitate, fra studenti, professionisti, simpatizzanti italiani e vip.
Fra loro, anche Mike Bongiorno, che ha ribadito la propria preferenza per il candidato democratico: «È il solo che può cambiare le cose», ha detto. La serata - condotta dal popolare commentatore sportivo Dan Peterson, che singolarmente si è dichiarato apolitico e ha detto di non aver votato per nessuno - è stata aperta da un discorso del console americano, Daniel Weygandt, che molto diplomaticamente non ha espresso preferenze ma ha detto che «comunque vada, l’elezione di stanotte è il momento culminante di una competizione che ha appassionato il mondo, e che mostra ancora una volta la capacità di rinnovamento degli Usa». E anche il leader della Lega, Umberto Bossi, si è fatto vedere alla festa: «Nero o bianco non cambia - ha detto, commentando i due candidati - . La politica americana la fanno le grandi imprese. Non è un uomo che cambia le cose, chiunque sarà eletto verrà assorbito dal sistema. Chiunque viene eletto negli Stati Uniti è in continuità».
Riconosce la novità di Obama anche il presidente del Consiglio comunale di Milano Manfredi Palmeri: «Se fossi americano voterei per McCain - ha detto - ma non si può negare che Obama abbia una grande personalità».
Intanto,a partire dalle due, davanti ad un maxischermo, i presenti hanno visto, su una cartina degli Usa, i vari Stati che si illuminavano di rosso o di blu, a seconda che a prevalere fosse Mc Cain o Obama. Fiduciosa, fino a ieri sera, Maria Lassila, del gruppo milanese dei «Democrats abroad»: «Otto anni fa ero repubblicana: poi mi sono trasferita qui e ho aperto gli occhi. Con Bush la situazione negli Usa era diventata insostenibile. Adesso è il momento di cambiare. Sono convinta che vincerà Obama».
Intanto, i democratici americani per oggi hanno lanciato un invito aperto a tutti per un cocktail di festeggiamento in Brera, al «Fiori oscuri bistrò»: «Nell’incertezza, lo abbiamo chiamato semplicemente «Day after party» - scherza Lassila -. Se vincerà McCain, avremo comunque un valido motivo per bere alcolici!».


Come passeranno la giornata di oggi i repubblicani di Milano resta invece un mistero: nessuno infatti è riuscito a trovare i città un rappresentante di questo gruppo. A testimonianza insomma che anche per gli americani «milanesi» deve proprio vincere Obama.

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