La festa rossa dei finiani con Lerner, Vauro e Luxuria

RomaIl nome è tutto un programma: «Caffeina». Roba super eccitante, da non far chiudere occhio la notte. È il nome del festival culturale partorito da Filippo Rossi, direttore del webmagazine della fondazione Farefuturo e maître à penser del finismo col pallino dell’«abbattiamo gli steccati ideologici». Teorico del miscuglio culturale dove Marinetti dovrebbe fare lingua in bocca con Gramsci ed Evola sposarsi con Marx, Rossi è uno di quei pensatori che predica il «sale nella minestra sciapa del Pdl». Gioventù a Roma e poi a Viterbo, città dove organizza l’allegro simposio estivo giunto alla quarta edizione, ogni anno Rossi invita giornalisti, scrittori, comici, attori, vip e personaggi del momento. La festa finiana inizierà domani per concludersi sabato 17 luglio. Ma che cos’è «Caffeina», oltre all’omologo magazine in edicola ogni mese? Rossi lo spiega così: «È un viaggio senza confini in cui non esistono idee irregimentate e parametri codificati. Un luogo dove condividere idee e biblioteche, dove le differenze riprendono vita per costruire nuove storie e una coinvolgente storia collettiva». Cioèèè... Senza per forza appiccicare delle etichette, nello scorrere la lista degli invitati alla kermesse, salta agli occhi un dato: gli ospiti sembrano in gran parte... Rossi. Nel suo personale pantheon entra il fior fiore dell’anti-Cav. A Viterbo sfilerà infatti l’antiberlusconismo colto e modaiolo dello scrittore Antonio Scurati; quello pariolino e radical chic di Niccolò Ammaniti; quello ruvido e resistenziale di Margherita Hack; quello cattivo e lottacontinuista di Erri De Luca; quello ambientalista di Fulco Pratesi; quello siculo e femminile di Dacia Maraini; quello felliniano di Andrea De Carlo e quello post sessantottino e proletario di Mario Capanna.
Ma non è finita qua. Ospiti d’eccezione Roberto Saviano, Vladimir Luxuria, ex onorevole di Rifondazione comunista, e Beppino Englaro, padre di Eluana, che tanto ha combattuto per evitare che una legge proibisse di staccare la spina alla figlia. Tra i giornalisti, spiccano firme notoriamente bipartisan: ci saranno Lucia Annunziata, Barbara Palombelli che intervista Filippo Ceccarelli di Repubblica e Gianni Scipione Rossi della Rai (fratello di Filippo); Massimiliano Lenzi di Annozero; Gad Lerner e, udite udite, Vauro Senesi. Ci mancavano Francesco Guccini e Paolo Pietrangeli e poi sarebbe stata la sagra del pugno chiuso. Ma a ben vedere, musicalmente parlando, non s’è andati lontani: a Viterbo fumerà pure il sigaro di Roberto Vecchioni.

La destra dov’è? Sembra rimossa con l’analogo fastidio delle parole del finiano Briguglio che, a proposito del «suo» Pdl, diceva: «È un partito che non c’è, dove alcuni estremisti per bene vorrebbero imporre la regola della maggioranza alla minoranza». Lo stillicidio continua.

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