Milano - «Aprite le finestre,
guardate in faccia la realtà.
E venite, scendete in
strada con noi! Più siamo,
più possiamo ottenere
qualcosa».
Era un po’che a Milano
non si vedevano cortei come
quello organizzato ieri
sera dai cittadini di viale
Monza. Una fiaccolata di
protesta e di rabbia di oltre
350 persone che hanno
sfilato insieme ai politici -
lungo viale Monza, via Pasteur,
via Padova, fino a ritrovarsi,
come alla partenza,
in piazzale Loreto - per gridare la propria indignazione contro il degrado portato nelle strade e davanti agli usci delle loro case, dagli spacciatori senegalesi. Extracomunitari che, dalle 20 alle 9 del mattino dopo, stazionano in strada vendendo droga di ogni genere (cocaina innanzitutto) a clienti ormai certi di trovarli lì. E abbandonando sui marciapiedi ricettacoli di sporcizia.
Ieri sera c’è voluta essere anche lei, il sindaco Letizia Moratti, vicino a questa gente che vuole riprendersi la propria vita e chiede un presidio fisso di forze dell’ordine. «Sono qui per testimoniarvi la mia vicinanza - ha detto subito la Moratti ai cittadini che la circondavano e non la facevano camminare, pretendendo da lei risposte sincere, prima di cominciare la fiaccolata -. Purtroppo la competenza di queste argomentazioni non spetta a me anche se, già a luglio, avevo chiesto al questore e al prefetto un presidio fisso di forze dell’ordine per i problemi di strade piene di spacciatori come queste o corso Como e via Padova. Purtroppo non se ne fece nulla: nonostante Palazzo Marino abbia speso 500mila euro per il commissariato di viale Monza e per quello di via Lorenteggio questi continuano a restare vuoti e ci costano 1.900 euro al giorno. Il 20 settembre chiesi al ministro dell’Interno Giuliano D’Amato 500 uomini per Milano, ma non ci vennero concessi. Per questo bisogna essere tutti uniti, con l’opposizione, e andare insieme dal prefetto».
«E poi che dire dei facili decreti emanati dal governo e che raddoppiano le droghe presenti nelle tabelle per l’uso personale? - conclude il sindaco -. Finché il ministro della Salute Livia Turco renderà sempre più facile comprare farmaci a base di cannabis per uso terapeutico, diffondendo una cultura sbagliata sulle droghe, questa battaglia sarà sempre improba. Intanto prometto che mi occuperò subito d’intensificare l’illuminazione nella zona per impedire a questi spacciatori di nascondersi».
C’è chi contesta le parole del sindaco, chi l’accusa di creare illusioni, ma la maggior parte della gente vuole crederle. Sono le 18.40 quando il corteo inizia a sfilare tra la rabbia dei residenti. Fermi per un quarto d’ora, all’angolo tra via Pasteur e via Padova, perché vorrebbero raggiungere il centro sociale di via dei Transiti che, nei giorni scorsi, ha fatto volantinaggio accusandoli di razzismo. «Ma qui - sibilano le numerose donne - il razzismo non c’entra niente».
Ieri sera c’è voluta essere anche lei, il sindaco Letizia Moratti, vicino a questa gente che vuole riprendersi la propria vita e chiede un presidio fisso di forze dell’ordine. «Sono qui per testimoniarvi la mia vicinanza - ha detto subito la Moratti ai cittadini che la circondavano e non la facevano camminare, pretendendo da lei risposte sincere, prima di cominciare la fiaccolata -. Purtroppo la competenza di queste argomentazioni non spetta a me anche se, già a luglio, avevo chiesto al questore e al prefetto un presidio fisso di forze dell’ordine per i problemi di strade piene di spacciatori come queste o corso Como e via Padova. Purtroppo non se ne fece nulla: nonostante Palazzo Marino abbia speso 500mila euro per il commissariato di viale Monza e per quello di via Lorenteggio questi continuano a restare vuoti e ci costano 1.900 euro al giorno. Il 20 settembre chiesi al ministro dell’Interno Giuliano D’Amato 500 uomini per Milano, ma non ci vennero concessi. Per questo bisogna essere tutti uniti, con l’opposizione, e andare insieme dal prefetto».
«E poi che dire dei facili decreti emanati dal governo e che raddoppiano le droghe presenti nelle tabelle per l’uso personale? - conclude il sindaco -. Finché il ministro della Salute Livia Turco renderà sempre più facile comprare farmaci a base di cannabis per uso terapeutico, diffondendo una cultura sbagliata sulle droghe, questa battaglia sarà sempre improba. Intanto prometto che mi occuperò subito d’intensificare l’illuminazione nella zona per impedire a questi spacciatori di nascondersi».
C’è chi contesta le parole del sindaco, chi l’accusa di creare illusioni, ma la maggior parte della gente vuole crederle. Sono le 18.40 quando il corteo inizia a sfilare tra la rabbia dei residenti. Fermi per un quarto d’ora, all’angolo tra via Pasteur e via Padova, perché vorrebbero raggiungere il centro sociale di via dei Transiti che, nei giorni scorsi, ha fatto volantinaggio accusandoli di razzismo. «Ma qui - sibilano le numerose donne - il razzismo non c’entra niente».
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.