Ieri sera c’è voluta essere anche lei, il sindaco Letizia Moratti, vicino a questa gente che vuole riprendersi la propria vita e chiede un presidio fisso di forze dell’ordine. «Sono qui per testimoniarvi la mia vicinanza - ha detto subito la Moratti ai cittadini che la circondavano e non la facevano camminare, pretendendo da lei risposte sincere, prima di cominciare la fiaccolata -. Purtroppo la competenza di queste argomentazioni non spetta a me anche se, già a luglio, avevo chiesto al questore e al prefetto un presidio fisso di forze dell’ordine per i problemi di strade piene di spacciatori come queste o corso Como e via Padova. Purtroppo non se ne fece nulla: nonostante Palazzo Marino abbia speso 500mila euro per il commissariato di viale Monza e per quello di via Lorenteggio questi continuano a restare vuoti e ci costano 1.900 euro al giorno. Il 20 settembre chiesi al ministro dell’Interno Giuliano D’Amato 500 uomini per Milano, ma non ci vennero concessi. Per questo bisogna essere tutti uniti, con l’opposizione, e andare insieme dal prefetto».
«E poi che dire dei facili decreti emanati dal governo e che raddoppiano le droghe presenti nelle tabelle per l’uso personale? - conclude il sindaco -. Finché il ministro della Salute Livia Turco renderà sempre più facile comprare farmaci a base di cannabis per uso terapeutico, diffondendo una cultura sbagliata sulle droghe, questa battaglia sarà sempre improba. Intanto prometto che mi occuperò subito d’intensificare l’illuminazione nella zona per impedire a questi spacciatori di nascondersi».
C’è chi contesta le parole del sindaco, chi l’accusa di creare illusioni, ma la maggior parte della gente vuole crederle. Sono le 18.40 quando il corteo inizia a sfilare tra la rabbia dei residenti. Fermi per un quarto d’ora, all’angolo tra via Pasteur e via Padova, perché vorrebbero raggiungere il centro sociale di via dei Transiti che, nei giorni scorsi, ha fatto volantinaggio accusandoli di razzismo. «Ma qui - sibilano le numerose donne - il razzismo non c’entra niente».
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