Gli «angeli della città» sono abituati a stare nellinferno della Stazione Centrale, ma alle fiamme che ieri in pieno giorno hanno distrutto la loro sede di piazza Duca DAosta non erano preparati. Un incendio si è sviluppato intorno alle 12 nel container che fa da base operativa ai City Angels, lasciando un cumulo di cenere e macerie. Ormai inutilizzabili radio, cellulari, divise; vestiti e riserve di cibo per i senza fissa dimora. Danno stimato, 10mila euro per 20 metri quadrati. I vigili del fuoco e le forze dellordine non hanno potuto far altro che spegnere il rogo e mettere in sicurezza larea con delle transenne. I primi accertamenti riferiscono di un possibile incidente dovuto a un corto circuito. Nessuna pista comunque è esclusa.
Mario Furlan, fondatore e presidente della squadra di soccorso per gli emarginati che gravitano attorno allo scalo milanese, nutre più che un dubbio sulla ricostruzione: «Ieri gli uffici dovevano aprire alle 17, per fortuna non cerano operatori allinterno. Questo però significa che le uniche cose che potevano essere accese, cioè le luci o laria condizionata, erano spente». Inevitabile allora «fare dei collegamenti. Alla polizia che mi chiedeva se avessi notato qualcosa di strano prima dellincendio - aggiunge Furlan - ho risposto sinceramente: da mesi riceviamo minacce dalle bande di borseggiatori romeni che si muovono proprio di fronte a quello che resta della nostra sede». Li chiamano «piraña», i ragazzini rom che sfilano i portafogli a pendolari e turisti in piazza Duca dAosta. I City Angels sono arrivati a denunciare 400 scippi al giorno. Un racket dello sfruttamento «scientificamente» organizzato, come testimoniano anche i gruppi di lavoro degli assessorati Sicurezza e Servizi sociali. «Negli ultimi tempi le intimidazioni si sono fatte più pressanti. Da sabato, poi, abbiamo iniziato il servizio di accoglienza ai viaggiatori della stazione: la nostra presenza dà fastidio a chi regge i fili della criminalità. Tanto che erano stati costretti a spostarsi fin sui binari o nella metrò di Cascina Gobba. Abbiamo contribuito ad allontanarli anche da lì». Infine ammette: «Ora mi spiego tutto».
Il vicesindaco Riccardo De Corato esprime solidarietà. «Un gesto simile desta enorme rabbia. Le ripetute minacce lasciano aperte altre possibilità.
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