Pierluigi Bonora
da Milano
Continua il galoppo del titolo Fiat. Con il più 2,09% di ieri le azioni del gruppo torinese si sono portate a 8,41 euro, avvicinandosi così al «target price» di 9 euro fissato da Mediobanca nel report del 31 gennaio scorso. Gli scambi sono stati particolarmente elevati: a passare di mano è stato l’1,8% del capitale ordinario (19,5 milioni di pezzi). Inizio di settimana positivo anche per gli altri titoli della galassia Agnelli: Ifi e Ifil hanno guadagnato, rispettivamente, lo 0,80 e l’1,53% a 14,92 e 3,99 euro.
Le azione Ifil, in particolare, non hanno risentito dei possibili risvolti giudiziari dell’equity swap su cui stanno indagando due Procure (i magistrati di Milano e Torino dovrebbero incontrarsi giovedì o venerdì nel capoluogo piemontese).
Il titolo Fiat, oltre a beneficiare del buon momento del settore in Europa (in evidenza anche Volkswagen, Porsche e Renault), deve il buon risultato di ieri alla volontà espressa dall’amministratore delegato Sergio Marchionne di non aver intenzione di riprendere il 51% di Fidis retail. «Stiamo cercando di trovare una soluzione che rafforzi la posizione di Fiat in Fidis - ha detto Marchionne - ma l’idea di riprendersela è totalmente fuori gioco. Cerchiamo soci con cui sviluppare e ampliare le attività di Fidis e saranno sempre entità di natura finanziaria. Che siano poi banche o meno questo non lo so».
Il Lingotto aveva ceduto il 51% della società a un consorzio di quattro banche composto da Capitalia, Sanpaolo Imi, Unicredit e Intesa. Fiat Auto, intanto, ha ceduto al gruppo Elda Ingegneria, che opera nello sviluppo di software e tecnologie per l’infomobilità, il 100% di Targa Infomobility. L’accordo prevede comunque la prosecuzione degli attuali rapporti di collaborazione tra Fiat Auto e Targa.
Sul futuro dei dipendenti che la Fiat non intende far rientrare in azienda, anche ieri è proseguito il botta e risposta a distanza tra Marchionne e il ministro del Welfare, Roberto Maroni. E vista la crescita della produzione industriale per il settore auto a dicembre (più 27,5%), Maroni ha affermato che «il risultato permetterà al governo di risolvere i problemi dell’azienda senza dover tirare fuori soldi».
Il ministro ha quindi ribadito la posizione del governo sul problema esuberi: «Da parte nostra - ha commentato - non c’è disponibilità per i prepensionamenti e per una mobilità ultradecennale, ma solo per un piano che miri al ricollocamento dei lavoratori in esubero. Ma per attuarlo occorre sapere quante sono e chi sono le persone considerate tali. Quando la Fiat darà queste informazioni al governo partiremo con i provvedimenti». La volontà di Maroni di trovare una via d’uscita ai dipendenti in esubero, ma a condizioni ben precise, non sembra smuovere Marchionne. Per l’amministratore delegato della Fiat, infatti, «bisogna capire cosa è disposto a fare il governo: continuiamo a chiedere e a lavorare con il ministro per vedere se riusciamo a risolvere questo problema. Se non comprendiamo quale manovra ci offrono da Roma non possiamo parlare di numeri, anche se si è già parlato di un migliaio di persone». Quanto ai risultati, in decisa crescita, raggiunti dal Lingotto rispetto a un anno fa (è di ieri il primo anniversario della separazione da Gm che ha portato nelle casse torinesi 1,55 miliardi), Marchionne ha ricordato come le cose siano cambiate.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.