Mentre partono i nuovi investimenti per 700 milioni, i legali e i manager della Fiat sono al lavoro per garantire lapplicazione dellaccordo per produrre la Nuova Panda a Pomigliano. Tra le varie ipotesi allo studio, anche quella di costituire una nuova società (una newco), nella quale riassumere i dipendenti disponibili ad accettare le nuove regole dellaccordo. Chiediamo al professor Giuliano Cazzola, giuslavorista e vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera: ora che la situazione a Pomigliano si è sbloccata, lei pensa che ci possano essere ancora insidie sulla strada di Sergio Marchionne?
«Certo, ci possono essere delle imboscate mentre i processi di trasformazione vanno avanti. Per la Fiat sarà sempre più difficile tirarsi indietro, e potrà trovarsi alla mercè di un avversario che mentre lazienda si attiva si mette ad aspettare ai lati della strada».
Pensa che ci sarà ulteriore contenzioso?
«Difficile pensare a garanzie sicure. Il referendum ha ottenuto il 62%, non l80%, e anche con l80 i rischi sarebbero stati uguali: la forza lavoro è quella che è, la situazione è carica di criticità. Poi la Fiom, come risultato della sua sconfitta onorevole, ha acquisito credito nei confronti della Cgil, che oggi è molto più portata a coprire i suoi comportamenti»
E che cosa potrebbe fare la Fiom?
«Quello che ha sempre fatto. A parte lassenteismo elettorale, dove in realtà il sindacato centra poco, il problema sono i turni e lorganizzazione del lavoro, veramente pesanti. La Fiat, quando vuole lo straordinario, lo chiede. E quando i lavoratori non voglio sottostare a orari eccessivi, scioperano. La Fiom, i Cobas li coprono. Questo rischio dovrebbe ora essere interdetto perchè laccordo prevede linserimento delle regole dellaccordo collettivo anche nel contratto individuale: quindi il singolo è suscettibile di sanzioni disciplinari. Tuttavia su questo buona parte del mondo giuridico si è divisa».
Cioè?
«Trovo che il vero scandalo di tutta la vicenda sia stata laccoglienza che un certo mondo culturale ha riservato allaccordo, sposando le idee della Fiom, cercando di far emergere unalternativa che non esisteva tra lavoro e diritti: nellaccordo non cè alcuna negazione dei diritti! Ma lidea è passata nellopinione pubblica. Sono scandalizzato da tanti giudizi che hanno avallato persino lidea di una violazione della Costituzione».
Secondo lei è praticabile lidea della creazione di una nuova società nella quale assumere solo la manodopera consenziente, sul modello un po di quello che è stato fatto per lAlitalia?
«Nel caso di Alitalia si trattava soprattutto di debiti. Credo che qui sarebbe molto difficile unoperazione di questo tipo, non so nemmeno come potrebbe appoggiarla il governo».
Marchionne ha spazio per fare marcia indietro, nel caso gli eventi precipitassero?
«Non sarebbe impossibile, seppure a costi elevati. Se io fossi la Fiat proverei a sfidare lopposizione andando avanti, dimostrando di fare sul serio. Anche usando il pugno di ferro, se necessario».
Lei è ottimista o pessimista sullevoluzione della vicenda?
«Ottimista. Le cose finora sono andate avanti abbastanza bene, laccordo è stato fatto, è stato votato. Sono piuttosto sorpreso e allucinato dal contesto, da come loperazione è stata accolta da varie parti. Per molti sembra quasi che i lavoratori facciano un favore alla Fiat se continuano a lavorare...»
Crede anche lei, come Marchionne, che Pomigliano sia un punto di svolta anche per leconomia del nostro Paese?
«Sì, è una grande novità che unimpresa rilocalizzi in Italia, per giunta al Sud, inserendo il suo stabilimento in una strategia di competizione globale: perchè non si tratta di unoperazione per il mercato interno, ma è un investimento in ottica internazionale.
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