Fiat, Marchionne chiede alle fabbriche lavoro «extra»

Con la nuova 500 serviranno più componenti. Più 8% il mercato a giugno. Bravo insidia Ford Focus

da Milano

Altri due accordi entro la fine del 2007, la quasi certezza che la produzione in Polonia della nuova 500 (domani sera un gran gala ai Murazzi di Torino celebrerà il ritorno nelle concessionarie della «piccola», a 50 anni dalla nascita) sarà superiore alle preventivate 120mila unità l’anno, la quota di mercato del gruppo sempre più vicina al 32% e il titolo in Borsa ormai a un passo da 23 euro (22,41 in apertura di settimana): la Fiat si presenta al giro di boa dell’anno con molta carne al fuoco, pronta a incassare, nel medio termine, anche il rialzo del giudizio a «investment grade» da parte di Moody’s.
Ieri l’ad Sergio Marchionne, nell’inaugurare il nuovo Centro stile del gruppo a Mirafiori (diretto dall’ex Pininfarina, Lorenzo Ramacciotti, ha comportato un investimento di 10 milioni e si occuperà anche del look di camion e trattori), ha chiesto un nuovo sforzo ai dipendenti del reparto Powertrain Technologies, il ricorso cioè agli straordinari al sabato e il passaggio ai 18 turni di lavoro. Con l’arrivo della nuova 500 si passerà infatti dai 790mila cambi prodotti oggi, e destinati tutti a vetture di piccola cilindrata, a più di un milione nel 2010. Il Lingotto si presenta alla festa in onore della nuova 500 con i marchi in crescita. In un mercato che a giugno è salito dell’8% (più 6,5% in 6 mesi), Fiat Group Automobiles ha visto i volumi aumentare del 12,2%. La quota si è così attestata al 31,7% (più 1,2% rispetto a un anno fa). Sulle vendite del marchio Fiat (più 12,8%) comincia a incidere la disponibilità della Bravo (6mila consegne, vettura media più richiesta a giugno e pronta a insidiare la leadership nel segmento della Ford Focus). Positivi anche i marchi Lancia e Alfa Romeo. E proprio quest’ultima potrebbe essere oggetto di uno degli accordi accennati da Marchionne. «La grandissima sfida che abbiamo adesso - ha precisato l’ad - è quella di trovare il modo più efficiente per entrare nel mercato americano con l’Alfa. Come lo facciamo e con chi, diventa importante. È una cosa che abbiamo sul tavolo adesso e dobbiamo risolvere entro l’anno».
Tornando al mercato Anfia e Unrae, le associazioni dei costruttori italiani ed esteri, mettono l’accento sul problema delle auto aziendali: «Il tanto atteso via libera alla detrazione forfettaria del 40% per le vetture aziendali e spese connesse - commenta l’Anfia - dovrebbe ridare al mercato la possibilità di esprimersi al meglio senza condizionamenti».
«Per colpa dell’iniqua pressione fiscale - aggiunge l’Unrae - ci sarà una perdita di 30mila immatricolazioni, che vanificherà in parte l’ottima progressione del mercato dovuta agli incentivi alle rottamazioni».


Questi bonus, a parere dell’Unrae, alla fine dell’anno determineranno 230mila nuove immatricolazioni, per un risultato complessivo di 2,45 milioni di unità (2,5 milioni per l’Anfia).
Un allarme viene infine lanciato dal Centro studi Promotor: i ripetuti aumenti dei tassi d’interesse cominciano a influire negativamente sul ricorso ai finanziamenti.

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