da Milano
Il mercato se la prende con il titolo Fiat. Le vendite di auto in forte calo, il greggio a 138 dollari e la giornata negativa del settore in Europa, ieri hanno trascinato le azioni torinesi sotto quota 13 euro. La perdita per Fiat è stata pesante: meno 4,41% a 12,95 euro.
A poco sono valse le rassicurazioni dellad Sergio Marchionne, che ha parlato ieri in un convegno a Venezia, sulla tenuta in Europa a maggio del gruppo automobilistico. «Manteniamo la quota di mercato - ha precisato - nonostante le difficoltà. Siamo riusciti a bilanciare lo slittamento delle vendite italiane con laumento degli altri Paesi. Confermiamo i nostri obiettivi per il 2008. Per il 2009 quello che ci preoccupa di più è limpatto della crescita rapida del prezzo delle materie prime». Anche le osservazioni di Morgan Stanley («Fiat è la sola società che copriamo di cui rischiamo di sottostimare i risultati 2008»), non hanno colpito nel segno. Ma le preoccupazioni di Marchionne non finiscono qui. Di mezzo si sono messi anche i padroncini con la loro protesta contro il caro-gasolio. Da tre giorni è scattata la cassa integrazione a Termini Imerese e le ripercussioni sullindotto dello stop forzato alla produzione cominciano a farsi sentire. Marchionne ha stigmatizzato il comportamento dei padroncini: «Mi preoccupa che continuino a esserci questi scioperi, il Paese non può andare avanti in questo modo. Cè bisogno di un impegno di tutte le parti, compreso il governo, per ridurre il peso fiscale sul carburante». E proprio ieri il ministro Claudio Scajola ha suggerito, a Lussemburgo, che si agisca sulle accise. Da parte sua la Fiom ha lanciato un allarme su Mirafiori: lo stabilimento di Torino, secondo il sindacato, si sta nuovamente avvicinando alla soglia critica a causa del numero minore di vetture sfornate.
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