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Fiat è promossa anche da S&P Su Zastava 700 milioni in 3 anni

da Milano

Per Sergio Marchionne il 30 aprile 2008 sarà una data da ricordare. E non solo perché ha firmato con il governo serbo l’intesa che mette le basi per la creazione di un imponente polo industriale al di là dell’Adriatico. L’amministratore delegato di Fiat Group può definirsi più che soddisfatto in quanto, dopo Fitch, anche Standard&Poor’s ha riportato a livello di «investment grade» i rating di lungo e breve termine, assegnando il giudizio BBB-/A3 da BB+/B. Stabile, per S&P, è poi l’outlook. Ora all’appello manca solo la pagella di Moody’s che copre ancora Fiat con un giudizio di «non investment grade» (Ba1). L’agenzia internazionale, lo scorso gennaio, aveva fatto sapere che una promozione sarebbe stata possibile nel giro di 6-12 mesi. Da parte sua S&P spiega la decisione di riportare il Lingotto al livello di «investment grade» con il fatto che «negli ultimi tre anni ha mostrato un costante miglioramento della performance operativa, nella generazione di cassa e nella riduzione del debito. Tutte le principali attività, infatti, si sono rafforzate in modo significativo». Nel citare le divisioni Auto, Cnh e Iveco, Standard&Poor’s sottolinea come «la diversificazione delle attività del gruppo» rappresenti «un elemento di forza per i rating». I giudizi non tengono conto di eventuali acquisizioni rilevanti e si basano sulla convinzione che Fiat mantenga una politica sui dividendi conservativa. «Ci aspettiamo anche - conclude S&P - che il gruppo limiti l’acquisto di azioni proprie nei prossimi mesi sotto gli 1,4 miliardi concessi dall’attuale programma di buy-back». Ieri sera, intanto, per suggellare il memorandum d’intesa siglato in mattinata a Belgrado sulla Zastava (l’operazione prevede che il 70% del gruppo passi al Lingotto e il restante 30% rimanga nelle mani dello Stato), Marchionne ha cenato con il presidente serbo Boris Tadic. La joint venture, che l’ad italiano ha definito «finalizzata a supportare le aspettative di crescita e volumi di Fiat Group Automobiles», prevede che entro il 2010 l’impianto produttivo della Zastava possa produrre fino a 300mila veicoli l’anno, tra cui un nuovo modello Fiat del segmento A (dovrebbe essere la Topolino, come anticipato dal Giornale) insieme a una novità nel campo delle utilitarie, un modello compatto che avrà nella praticità d’uso il suo punto di forza. In attesa dei nuovi veicoli, sarà intensificata la produzione della Punto Classic (sono 9mila le unità vendute sinora nell’ex Jugoslavia). L’operazione italo-serba ha un valore di circa 700 milioni di euro, tanto verrà infatti investito nella newco che guiderà il rilancio dell’azienda di Kraguvejac.
A rendere interessante per il Lingotto la realtà serba, oltre alla posizione geografica, sono stati gli sgravi fiscali messi in campo dal governo di Belgrado che, in pratica, copriranno il 25% dei costi sostenuti.


L’accordo su Zastava e la pagella di S&P, resa però nota a mercati chiusi, avranno un impatto sulla Borsa probabilmente domani. Ieri, infatti, il titolo torinese ha chiuso la seduta a Piazza Affari con un calo dell’1,32% a 14,3 euro. Morgan Stanley, infine, ha incrementato la propria quota in Fiat al 5,42% dal 3,98 per cento.

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