«Fiera, controlli sui prezzi degli alberghi»

PRECEDENTE Segnalazione del Cosmit: beccato un hotel che aveva quintuplicato il costo delle camere

È arrivato il momento della resa dei conti. A breve, infatti, partirà una serie di controlli per verificare che gli albergatori non abbiano rialzato i prezzi delle stanze in occasione del Salone del Mobile, che aprirà i battenti il 22 aprile nel polo fieristico di Rho-Pero.
L’assessore provinciale al Turismo, Antonio Oliverio, si è già attivato in questo senso e annuncia una task-force dedicata alle verifiche. «La polizia provinciale è stata attivata per controllare se gli albergatori abbiano modificato i prezzi concordati all’inizio dell’anno - annuncia -. A volte, in concomitanza con certi eventi, gli albergatori raddoppiano i prezzi e questo è un danno alla città. Questa volta non lo consentiremo a nessuno».
Tutto nasce da una segnalazione di Cosmit, la società che organizza l’evento, che aveva beccato, una decida di giorni fa, un albergatore che aveva addirittura quintuplicato il prezzi delle camere. La stessa stanza infatti, che per la Stramilano del 5 aprile costava 115 euro, per il Salone del Mobile è lievitata al punto da costare quasi cinque volte tanto, ovvero 468 euro contro i 250 dell’anno precedente. Secondo la Camera di Commercio, sono circa 700 gli alberghi sparsi sul territorio in grado di offrire 37mila stanze per un totale di 70mila posti letto. Ogni anno però gli albergatori fissano il costo minimo e massimo per categorie di albergo e di stanze e il dubbio del Cosmit e della Provincia è che qualcuno abbia esagerato nel ritoccare i prezzi la rialzo, violando così la legge. Proprio per questo l’assessore provinciale al Turismo annuncia una serie di controlli a tappeto.
I listini gonfiati, infatti, non giovano a nessuno: «È un atteggiamento controproducente anche per gli stessi albergatori - commentava Carlo Guglielmi, presidente del Cosmit - chi viene in città per affari se viene trattato con tariffe corrette è invogliato a tornare. Non solo, in questo modo si danneggia anche l’immagine dell’Italia: alle fiere all’estero non si arriva a una simile aberrazione».

Chiude Marco Donzelli, presidente del Codacons: «Una città come Milano non può permettersi una pratica commerciale di questo tipo. Vuol dire non porsi nell’ottica del commercio e del commerciante che se non trova un ambiente adeguato va altrove».

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