«Fiera, i vertici non devono cambiare»

Muscardini (An): «Non è il momento di rivoluzioni»

No al cambio dei vertici della Fiera. Confartigianato Milano scende in campo per dire la sua riguardo al management da «rivedere» o meno della società per azioni milanese domiciliata in quel di Rho-Pero. Ma la rivoluzione dei vertici in questione ha già mosso anche Alleanza nazionale, che nella persona di Cristiana Muscardini, coordinatore regionale del partito di Fini, ha già motivato il suo parere negativo. Ma vediamo gli artigiani.
Il segretario generale della confederazione, Guido Cesati, a riguardo non ha dubbi e parla chiaro: «È importante per tutti che non si cambi il manovratore in corsa - spiega -. Anche perché ci sembra impossibile che possa esserci un repentino avvicendamento ai vertici di una struttura che, superata brillantemente la fase di decollo e organizzativa, marcia ora a pieno regime e in maniera spedita». Del resto che gli artigiani (in Lombardia 260mila aziende, 100mila delle quali solo in città) guardino con «simpatia» al mondo delle Fiere è cosa nota, almeno al Censis: il 75% delle piccole medie imprese indicano quel «sistema» come lo strumento migliore per promozione, sviluppo e internazionalizzazione. Cesati: «In tal senso la particolare sensibilità dell’attuale a.d. Piergiacomo Ferrari ha consentito il giusto approccio e il necessario coinvolgimento per il rilancio della nostra categoria in questo tipo di esperienza». E conclude: «Per noi è fondamentale chiudere questi accordi con chi li ha progettati e avviati».
Altro parere contro il cambio ipotizzato è quello della Muscardini. Anche lei parla di continuità, sia perché la Fiera è «quotata in Borsa sia per il peso economico e politico internazionale».

Per l’esponente di An «se si dovessero immaginare assetti diversi si dovrebbe aprire un nuovo e diverso tavolo di consultazione tra forze politiche tenendo conto delle posizioni che An ha avuto nel passato e che oggi risultano eccessivamente ridotte».

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