da Milano
«Sera stufato, non ne poteva più», dice Marco Risi della morte di suo padre Dino, che tre giorni fa a Castelvolturno, dove era andato a trovare proprio il figlio impegnato sul set di Fortapasc, aveva degustato mozzarella di bufala e regalato galanterie a Stefania Sandrelli: «È più buona di qualsiasi formaggio».
Insomma, forse ha ragione Sofia Loren quando dice che Risi «aveva un grande cuore e le sue battute erano solo un modo per nascondere che era un buono». Ricordando il regista, lattrice napoletana, che con Risi ha lavorato in Pane, amore e fantasia (1955), La moglie del prete (1971) e La ciociara 2 (1989), ha glissato sulle polemiche degli anni recenti (Risi definì «operazione mamma», per poi scusarsi pubblicamente, la presenza della Loren nel film Cuori estranei, firmato da Edoardo Ponti, figlio della stessa attrice), anche se ha sottolineato che Risi «in fondo era un uomo molto attaccato alla sua famiglia, uno che ha sempre aiutato molto i figli». E dunque la trasferta del regista nella terra delle mozzarelle, tre giorni prima della fine, deve essere stato un sacrificio enorme, giustificato solo dal forte legame affettivo verso il figlio che aveva scelto il suo stesso mestiere.
Ma il regista che ha fatto la storia della cosiddetta commedia allitaliana è stato ricordato da colleghi, attori e politici per la sua grande capacità di leggere i vizi e le virtù, le debolezze e le idiosincrasie, le passioni e gli interessi, che la nostra società ha coltivato nella seconda metà del secolo scorso.
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