Figo interrogato, inchiesta già finita

L’interista spiega: «Vidi Moggi salire le scale, non entrare da Paparesta»

Gian Piero Scevola

Rapidità e concretezza sembra essere il motto dell’Ufficio Indagini della Federcalcio che ieri ha mandato un suo rappresentante ad Appiano Gentile per interrogare Luis Figo, in merito alle sue dichiarazioni rese a Berlino sulle vicende di Inter-Juventus. Il portoghese aveva sostenuto che Moggi e gli altri dirigenti bianconeri avrebbero fatto visita prima della partita all’arbitro Paparesta nel suo spogliatoio. Lo 007 federale ritiene di aver ricostruito l’accaduto e non sarebbe necessario nessun altro interrogatorio (anche perché domenica sera davanti allo stanzino di Paparesta stazionava proprio l’incaricato dell’Ufficio indagini che ha scritto nel suo rapporto che nessuna visita è stata fatta all’arbitro dalla triade bianconera o da altre persone).
Figo avrebbe spiegato di avere visto i dirigenti bianconeri dirigersi sulla scala che dagli spogliatoi riservati alle squadre al piano terra di San Siro porta ai locali dedicati all’arbitro e ai suoi assistenti al primo piano. Alla precisa contestazione del rappresentante federale, Figo ha espressamente precisato di non averli visti entrare materialmente nella stanza dell’arbitro. Il portoghese ha poi ricordato di avere rilasciato l’intervista di Berlino in inglese, da qui l’eventuale equivoco sulle parole precise che, a suo dire, sarebbero state male interpretate. Il solito scaricabarile nei confronti della stampa che ascolta male e riporta peggio.

L’Ufficio indagini ha quindi concluso l’inchiesta e nei prossimi giorni stilerà la relazione da inviare al Procuratore federale che stabilirà se archiviare il caso (soluzione più che probabile) o deferire Figo alla Disciplinare (per lui Moggi aveva chiesto una pesante squalifica). Serafico il commento di un Adriano Galliani super partes: «La colpa è di chi provoca le polemiche e dei media che le enfatizzano di più rispetto agli eventi».

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