La prima volta, sullo schermo del suo cellulare è apparso un filmato che è persino esagerato definire porno-soft: una stanza buia, si intuiva che cera un letto, poi si passava a una zoommata su due «attori» in atteggiamento presunto inequivocabile. Punto. Poteva trattarsi di uno scambio di numero telefonico. Pazienza. Ma il secondo invio, al numero di Rosita P., 34 anni, di Piacenza, è risultato un po più «spesso». Una conferma. Stavolta si capiva che quei tre figuri ben illuminati dallobiettivo erano impegnati in unimpresa impossibile: far stare una performance multipla hard core in due pollici e mezzo di schermo. Roba che neanche col microscopio si potevano scorgere i particolari anatomici (del resto, già minimi di per sé). Però Rosita di Piacenza, timorata e pure un poscocciata, sè rivolta ai carabinieri per scoprire chi fosse lautore dellintrusione via etere. I militari dellArma hanno avviato le indagini: prima di tutto hanno acquistato una lente di ingrandimento, poi si sono installati in casa di Rosita ad aspettare un altro invio, «così, stia tranquilla, guardiamo tutto noi».
E linvio è arrivato: «Cose pazzesche, maggiore - hanno avvertito il loro comandante -. Noi continuiamo a dire pronto, pronto, e quelli lì continuano a dire vengo, vengo, ma non si fermano mai! Che facciamo?». Caso tipicamente irrisolto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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