Finalmente la letteratura torna a eccitarsi per il sesso

Non è facile oggi in Italia leggere un romanzo «erotico», con i feuilletons sfornati ogni giorno nelle intercettazioni che riempiono i giornali: c’è così tanta carne al fuoco da bruciare sul nascere qualsiasi fantasia. Non è facile neppure, in generale, trattare il sesso in letteratura senza cadere nei cliché del già letto e già sentito, tra un pizzo nero e un dammelo e un prendilo, dove perfino in Francia, patria di Sade e Masoch, ormai si arranca da decenni: l’ultima decente è stata la non tanto prolifica Florence Dugas, mentre anche un libertino Michel Houellebecq fa ridere quando scrive di sesso.
Invece Nicholson Baker, che non è francese ma americano, è davvero bravo, e se non l’avete mai letto entrate ne La casa dei buchi, il suo nuovo romanzo edito in Italia da Bompiani. Perché non tutte le ciambelle riusciranno col buco ma nell’erotismo non c’è buco senza carne intorno, e non c’è carne senza immaginazione. Non è facile entrare nella Casa dei buchi ma può capitare. Basta avere desideri, ossessioni e una buona dose di sense of humor. In linea di massima vi si entra all’improvviso, risucchiati da altri buchi. Infatti i portali d’accesso possono essere buchi di cannucce, buchi di aspirapolvere, buchi di lavandini, e una volta effettuato il passaggio si viene accolti da Lila, amministratrice e guida di questo fantastico universo parallelo.
Vi imbatterete subito in un braccio che se ne va in giro da solo a dare piacere a ragazzine smaliziate. Scoprirete che appartiene a un uomo di nome Dave, perché rinunciare al braccio era il prezzo da pagare per avere un pene più lungo.
In una comica matrioska di storie e personaggi, in un’orgia boccaccesca e surreale, imparerete molte cosette: come si prova piacere alle Masturboats, come ci si salva da uno sciame di tette, come si usa un tappetofica, come si fa Pussyboard a pelo d’acqua in un lago dove vive il mostro di Cock Ness, come si prova piacere nella Stanza dei Gemiti, e che succede se in albergo trovate un telecomando e pigiate il tasto Sesso Subito. E vi sarà rivelato perfino il segreto per «orlare», cioè arrivare sull’orlo del piacere senza venire: «ti mantieni sull’orlo del precipizio, ti avvicini, ti allontani, poi ti avvicini, ti allontani di nuovo, finché non brucia davvero e allora, finalmente, wham, bing bang, boom! E poi blip. Finito».
Non mancano indicazioni precise su dove fare shopping e trovare il giusto nécessaire. Alla Big Top Sports, sulla O Street, potete acquistare il famoso costume da bagno della Thompson Heftyshot, indispensabile per avere eiaculazioni più potenti («Lavora su tutte le ghiandole, vedrà che sorpresa. Ho visto gente con eiaculazioni tristissime letteralmente trasformata»). Per vostra informazione sono disponibili anche Heftyshot per donne, «perché tutti i maschietti schizzano, ma solo poche femminucce» e invece sì, «certe donne vogliono venire come geyser».
Sappiate che nel Pornododecaedro si trasmettono solo immagini di donne che raggiungono l’orgasmo da sole, mentre nei boschi intorno alla casa ci sono alberi di peni ma fate attenzione perché c’è madame Pearloiner, che è una pazza rubaclitoridi.
Inoltre nella Casa dei Buchi, poiché nulla è gratis neppure lì, può capitare di trovarsi nei guai, e le soluzioni possono essere complicate. Un ragazzo di nome Ned, per esempio, per saldare i propri debiti è costretto a rinunciare alla propria testa («Metteremo un coperchio all’estremità del suo midollo spinale e reindirizzeremo il suo sistema nervoso. Il suo corpo sarà in grado di pensare, molto limitatamente, con la spina dorsale, il pene e le palle. Anche il sedere servirà da proxy neuronale»), perché se c’è domanda c’è offerta, e come nel mondo reale non sono poche le donne che desiderano un uomo senza testa, e così Ned diventa Corpodined.
Intanto, nei paraggi, e di capitolo in capitolo, all’interno di una spassosa struttura a racconti comunicanti, in Un cielo di un perfetto azzurro Pantone 2925 c’è un aereo che si chiama il Succhiaporno, serve a risucchiare il porno cattivo dalle città. «Perché il porno cattivo è il porno cattivo: è deprimente e ammazza il porno buono. Noi lo conserviamo, lasciando che i contenuti discutibili trovino un loro spazio. Meno porno c’è complessivamente, più aumentano le probabilità che la gente venga alla Casa dei Buchi». E dove finisce il porno risucchiato? In un lago sotterraneo, dato in pasto al pornomostro, un groviglio di arti costellati di peni e vagine, «un’arancia piena di escrescenze», «un tumore di desideri iperstimolati».

Alla fine una cosa è certa: per quanto ci si possa perdere e ritrovare senza braccio o senza testa o senza clitoride, nella Casa dei Buchi gira e rigira Nicholson Baker è riuscito a costruire una bella favola corposa e liberatoria, nello spirito di Louis Calaferte o Pierre Louÿs, e con la fantasia bambina di Lewis Carroll.

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