(...) Finalmente ci sono istituzioni, come il ministero dellInterno che, consapevoli del proprio ruolo, delicato quanto gravoso, hanno deciso di svolgerlo fino in fondo, con coscienza, coraggio e senso di responsabilità. Le parole del ministro Maroni sono riecheggiate per le stanze della Prefettura quasi fossero musica. Una sinfonia perfetta, senza sbavature ma densa di significato. Seguendo una logica e un ragionamento mirato ed equilibrato, ha elaborato con una semplicità disarmante una soluzione ad una problematica che ormai ci trasciniamo da parecchi anni, tanto che è stato naturale domandarsi perché fino ad oggi nessuno ha mai assunto alcuna decisione in merito. Un problema sempre rimandato che con il tempo si è ingrandito, rischiando di annientare un intero quartiere di Milano. Nessun estremismo, nessuna battaglia religiosa, nessuna voglia di impedire a qualcuno di pregare. Tutti gli attori della vicenda sono chiamati a risolvere il problema legato al centro culturale di viale Jenner. Ai cittadini presenti allincontro, che vivono tutti i giorni una situazione che ha superato ogni limite della decenza, è stato riconosciuto il diritto di chiedere una svolta significativa alla questione, perché le condizioni di vita nel quartiere sono peggiorate e la gente è esasperata. Daltra parte non vi è solo un grave problema di ordine pubblico e di sicurezza, perché il fatto deve essere affrontato anche sotto il profilo igienico-sanitario, in quanto i primi controlli effettuati dallAsl hanno accertato il persistere di numerose irregolarità. Giusto allora lintervento delle istituzioni lombarde e milanesi, coordinate dal ministero dellInterno, per seguire una tabella di marcia che porterà alla risoluzione della vicenda entro la fine del mese di agosto. Perché qui non si tratta solo di spostare il problema ma di risolverlo una volta per tutte, effettuando delle scelte ponderate e sicure. La cosa certa è che Milano volta pagina. E lo fa nel modo migliore.
Senza alcuna paura ma con piglio deciso, allinsegna di una scelta condivisa. Unapertura e non una chiusura verso una comunità che di tempo per spostarsi e per mettersi in regola ne ha avuto fin troppo.*Assessore regionale
al Territorio e Urbanistica
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