Milano - Come si fa a chiedere alla gente di tornare in piazza due volte in poco più di un mese? E poi ci sono questioni organizzative, promozionali, finanziarie, non è meglio fare una sola manifestazione della Cdl come quella dell’anno scorso? Dubbi, interrogativi che Silvio Berlusconi e Umberto Bossi avrebbero condiviso ieri sera durante il solito vertice del lunedì. Alleanza nazionale ha indetto per il 13 ottobre una manifestazione a Roma per protestare contro il governo Prodi, ma, questa la riflessione dei due leader Cdl, non sarebbe meglio organizzare un’iniziativa unica, come quella del 2 dicembre 2006 a piazza San Giovanni? Difficile attendersi un ripensamento dal leader di An, ma ieri Berlusconi avrebbe comunque invitato anche il "Senatur" a svolgere a Roma la manifestazione che la Lega aveva promosso a Milano.
"Ho fatto una ricognizione, la manifestazione di An è in fase troppo avanzata, ormai non si può fermare", riconosce Roberto Calderoli che si augura, comunque, che il centrodestra si ritrovi unito per riportare nuovamente due milioni di persone in piazza. E porta spalancate anche all’Udc. Berlusconi pensa di svolgere un vertice a breve e di far partire la "nuova stagione delle riforme". Per questo motivo è di prossima apertura la "Nuova Officina", il think thank del centrodestra che negli anni scorsi si riuniva a Milano per studiare le proposte da portare avanti collegialmente.
Ieri doveva essere una serata canora con il figlio di Bossi pronto ad esibirsi con un gruppo musicale, aiutato anche dal presidente della provincia di Como, Leonardo Carioni, che il Senatur ha soprannominato "il cantante". Ma il leader della Lega, accompagnato dal sindaco di Varese, Attilio Fontana, è arrivato ad Arcore dopo le 11 di sera (reduce dal matrimonio tra l’Udc Galati e la lumbard Lussana) e i convitati nel salotto di Berlusconi (presente anche Emilio Fede) si sono ritrovati a discutere unicamente di legge elettorale e dintorni. Il leader azzurro ha promesso che sul tema farà un forte richiamo sabato, al parlamento padano a Vicenza: "Sono loro che non vogliono far nulla, visto che hanno bloccato anche i lavori al Senato", è il suo ragionamento. L’ex presidente del Consiglio, spiega chi era presente alla riunione, è sempre ottimista sulla possibilità di "un incidente" a palazzo Madama, anche perchè "i distinguo di Dini e gli altri" fanno pensare che da parte di molti senatori c’è la volontà di essere "liberi e autonomi".
Non si sa certo se questa libertà porti subito alla caduta dell’esecutivo anche perchè - questa è la convinzione - "sulla Finanziaria cercheranno di imbrogliare le carte e hanno già agitato lo spauracchio delle elezioni anticipate".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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