Finanziaria, Epifani dà la linea e avvisa Prodi

«Sulle pensioni nessuna modifica automatica. Senza la cabina di regia con sindacati e industriali il governo rischia di cadere». Confcommercio protesta

da Roma

Il governo può cadere sulla legge finanziaria, perché «con gli interessi che tocca è il terreno sul quale prevalgono le logiche di parte più che quelle di coalizione». A sostenerlo è il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani che propone la sua ricetta per evitare le trappole da sessione di bilancio. Tutto dipenderà, sostiene in un’intervista a Repubblica, «dal modo con il quale si svolgerà il dialogo tra governo, parti sociali ed enti locali». Il metodo da scegliere, secondo il sindacalista, è un confronto basato su «una cabina di regia molto forte». Quella del leader di Corso d’Italia è quindi, al di là degli allarmi e degli avvertimenti (il nostro sì alla manovra, assicura, non è scontato), una voce a sostegno del metodo che il governo ha già inaugurato: la concertazione a tavoli sperati, con la «regia» affidata ai quattro sindacati - Cgil, Cisl, Uil e Ugl - e a Confindustria. Senza le associazioni di categoria e i sindacati autonomi.
Il primo incontro della cabina di regia è stato quello di venerdì scorso. Governo, Confindustria e i quattro confederali si sono confrontati sul metodo da adottare per la prossima finanziaria. Le associazioni escluse hanno protestato per essere state «retrocesse in serie b», dopo che il precedente governo, con il dialogo sociale, le aveva messe tutte sullo stesso piano. Ieri si è fatto sentire il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. La prossima settimana, ha ricordato in un’intervista al Messaggero, chi non ha partecipato al primo incontro sarà ricevuto dal governo, ma «contemporaneamente, sempre a Palazzo Chigi, dovrebbero svolgersi altri incontri riservati sul Mezzogiorno e sui trasporti». Le decisioni vere, quindi, vengono prese solo con le organizzazioni che il governo ha scelto come interlocutori. «Serve un chiarimento politico complessivo», protesta Sangalli, «perché Confcommercio rappresenta quell’economia dei servizi che contribuisce al Pil e all’occupazione per circa il 65 per cento. È un grave errore non capirlo». Sangalli dà una sua interpretazione della cabina di regia. «È una formula cara al sindacato ma dietro la quale non è difficile leggere uno stop alla volontà del ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa di incidere sul serio sulla spesa pubblica».
Il ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, dal canto suo, ha cercato di allontanare il sospetto che il governo cerchi l’accordo solo con i lavoratori dipendenti rappresentati dai sindacati e dalla grande impresa che aderisce a Confindustria, annunciando misure a favore delle piccole aziende. Le piccole e medie imprese «hanno la percezione nettissima di vivere una fase selettiva irreversibile ma sentono che il loro segnale non arriva nel dibattito pubblico, nei luoghi della comunicazione e perfino in quelli associativi». Per questo, il governo «deve dare il messaggio nei fatti», mettendosi «al fianco di chi compete e di chi cerca di stare sui mercati». Lo strumento individuato da Bersani consiste in un «fondo di fondi che sia interfaccia dei fondi di investimento per orientarli meglio e consentire pezzature di finanziamento che non siano né troppo grandi né troppo piccoli».
Il dibattito sui temi concreti della finanziaria 2007 per il momento prosegue solo sulle pensioni.

Epifani ha ribadito il suo «no» agli adeguamenti automatici previsti dalla riforma Dini, ma sembra voler rinviare il confronto sul merito. Il segretario generale aggiunto della Cisl Pier Paolo Baretta, invece, rompe un tabù sindacale e apre a un innalzamento dell’età pensionabile.

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