Fabrizio Ravoni
da Roma
Una Finanziaria soufflè. Il 29 settembre nasce di 33,4 miliardi. Alla vigilia dellEcofin di Lussemburgo sale a 34,7 miliardi. Al debutto formale in Parlamento, tocca i 40 miliardi. Con un rischio di fondo: non è coperta da un punto di vista finanziario per 1,1 miliardi. E in Commissione Bilancio della Camera - come denuncia la Casa delle libertà - la maggioranza pratica «lauto-ostruzionismo». Dalle 16 alle 20 di ieri sera la seduta è rimasta sospesa perché i presidenti delle Commissioni Bilancio e Finanze non avevano raggiunto un accordo sugli emendamenti al decreto fiscale.
Leffetto soufflé. La lievitazione spontanea e i sospetti sulla copertura vengono certificati e avanzati dal Servizio studi della Camera dei deputati. La crescita dellammontare della Finanziaria allestita dal ministro dellEconomia Tommaso Padoa-Schioppa è motivata dalla scelta del governo di quantificare in 5,3 miliardi i costi per il 2007 prodotti dalla sentenza Ue sulla deducibilità Iva sulle auto. Con un particolare. Il 30 settembre scorso il governo ha diramato la «nota di aggiornamento» del Dpef. In quel documento ha quantificato, per il 2006, il costo della sentenza Ue a 3,7 miliardi. Perché il costo della medesima sentenza passi dai 3,7 miliardi del 2006 ai 5,3 miliardi del 2007 non è spiegato. Così, con una formula elegante, gli economisti di Bertinotti dicono che è necessario «un opportuno chiarimento». Un altro chiarimento chiesto riguarda un particolare tecnico. Per esempio, comè possibile che il bilancio a legislazione vigente, presentato alla Camera l1 ottobre, comprenda parte della maggiori entrate prodotte dal decreto legge entrato in vigore il 3 ottobre?
La risposta potrebbe arrivare nei prossimi giorni quando al Tesoro avranno definito, una volta per tutte, il livello del deficit tendenziale per il prossimo anno. La Commissione europea sta facendo pressioni per calcolare tutte le maggiori entrate a riduzione del deficit. Il governo prova a resistere, così da far emergere il maggior gettito nel 2007 quale frutto delle sue scelte di lotta allevasione; così gonfia la manovra. Con il risultato che per correggere i conti pubblici dello 0,8% del pil, fa una manovra da 2,6%.
Coperta corta. E nemmeno tutta coperta da un punto di vista finanziario. I tecnici di Montecitorio evidenziano come l1,1 miliardo atteso dallaumento delle rendite finanziarie figuri in una legge delega, che - difficilmente - potrà entrare in vigore l1 gennaio. «Occorre quindi individuare modalità che garantiscano il conseguimento di tale effetto» fin dall1 gennaio. E la soluzione sarebbe già pronta. È assai probabile che il governo chieda il voto di fiducia sul decreto fiscale. La norma sulla tassazione delle rendite finanziarie potrebbe rientrare nellarticolo di conversione del decreto legge su cui chiedere il voto di fiducia.
Dubbi sul Tfr. Più complicato per il governo risolvere i problemi sollevati dal Servizio studi sullefficacia delle misure sul Tfr. Gli economisti di Montecitorio sollevano dubbi sui risultati delloperazione «stimati su criteri esclusivamente previsionali». Per il Servizio studi la Finanziaria non prende in considerazione che «una maggiore propensione verso la previdenza complementare potrebbe determinare un minore afflusso di Tfr inoptato» indirizzato al Fondo Inps. Le perplessità degli economisti di Montecitorio partono da una fotografia della situazione attuale. Ogni anno in Italia si crea un flusso di Tfr pari a 13 miliardi di euro. Ne consegue che il governo, per quantificare in 6 miliardi il valore della misura calcolata in Finanziaria, prevede che nessun lavoratore opti per una previdenza complementare. E che tutti i 13 miliardi diventino inoptati.
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