Fini ora tira il freno a mano: sul sindaco non sarà un derby

Un tempio della memoria, sul modello dello «Yad Vashem» realizzato in Israele in onore delle vittime dell’Olocausto, per ricordare a Milano le migliaia di italiani gettati, morti ma spesso ancora vivi, dai partigiani comunisti di Tito dentro le Foibe e dei tanti altri costretti poi alla fuga. La proposta è stata lanciata ieri dal ministro della Difesa Ignazio la Russa che ha poi aggiunto: «Spero che la prima pietra possa essere posata già il prossimo 10 febbraio».
L’annuncio ieri in corso Venezia presso la sede dell’Unione del Commercio, durante il convengo «Noi ricordiamo» organizzato dal Pdl sulla tragedia che ha coinvolto la Venezia Giulia, la Dalmazia e l’Istria dal ’43 fino al 1960. Un incontro a cui oltre al ministro ha preso parte anche i fratello Romano, assessore regionale alla Protezione Civile, Sicurezza e Polizia locale, Mario Mantovani, coordinatore regionale del Pdl, il sottosegretario Daniela Santanchè e Marco Osnato, vice coordinatore comunale. Un particolare momento di commozione al ricordo di Pinuccio Tatarella. «Quanto mai opportuno perché insieme a tutti gli uomini della destra ha voluto che questo giorno non fosse dimenticato» ha commentato ancora il ministro che ha poi aggiunto: «Siamo qui per ricordare gli italiani che vennero assassinati e buttati nelle foibe in un periodo lontano e per troppo tempo dimenticati dall’Italia ufficiale». Per questo La Russa ha lanciato la proposta di un monumento per i martiri delle foibe a Milano, sul modello dello Yad Vashem, il memoriale che Israele ha dedicato alle vittime dell’Olocausto.
«Dopo anni e anni di colpevole silenzio - ha aggiunto Romano La Russa - la tragedia delle Foibe è stata portata alla luce. È bene che i giovani conoscano la storia della nostra Patria e non abbiano una visione di parte. Ancora oggi nei libri di scuola a tale doloroso evento sono dedicate poche righe e in alcuni vocabolari alla voce Foibe si legge: cavità carsica...

La falsa verità della sinistra comincia a essere smascherata; è un dovere verso le migliaia di vittime, colpevoli solo di essere italiani barbaramente trucidati da partigiani Titini, spesso con la complicità dei comunisti italiani».
Impossibile ancora oggi quantificare la strage: i numeri oscillano dai 5 ai 30mila. E subito dopo iniziò l’esodo degli italiani, 250mila persone costrette a lasciare le loro case per evitare la stessa sorte.

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