Finiani e delusi, Consiglio a rischio paralisi

Manfredi Palmeri prova a minimizzare. Mentre due sere fa girava la voce del suo passaggio dal Popolo delle Libertà a Fli, i primi a chiedere le sue dimissioni da presidente del consiglio comunale sono stati il capogruppo milanese Giulio Gallera e l’europarlamentare Carlo Fidanza. Non proprio le ultime «ruote del carro» nel Pdl. Ma nella prima uscita da neo finiano assicura che dal punto di vista istituzionale «non cambia nulla» e «peraltro le richieste non sono del Pdl, ma di due consiglieri del Pdl. Vediamo se e come verrà avanzata, non credo che sia ampiamente condivisa». Ieri pomeriggio, per chiarire la linea del partito arriva un documento «approvato all’unanimità dal direttivo del gruppo consiliare a Palazzo Marino» e scritto «in sintonia con i vertici milanesi e lombardi del Pdl». «Quando un amico con cui si sono condivisi anni di impegno comune cambia strada rimane sempre un po' di amaro in bocca - inizia così la nota -. Ma qui la questione è politica e noi ci aspettiamo da Palmeri le dimissioni dalla presidenza del Consiglio», soprattutto «in considerazione del suo continuo richiamo ai principi di correttezza e integrità. Se rimettesse a disposizione della maggioranza la carica dimostrerebbe la coerenza politica che a livelli più alti è mancata e conferirebbe alla sua scelta una dignità che non passerebbe inosservata ai nostri occhi, anche al fine di una eventuale riconferma della fiducia e di una fine serena della legislatura, che è nell'interesse del sindaco come di tutti noi». Il ragionamento «è elementare e chi non lo fa dimostra di non essere in buona fede: da consigliere si può sostenere di rispondere ai propri elettori, da assessore nominato o da presidente dell’aula eletto su indicazione del partito, no». Per la Moratti deve restare al suo posto, «sono certa che Palmeri nella sua nuova veste politica manterrà fede all’impegno preso con gli elettori e continuerà a ricoprire il suo ruolo istituzionale con correttezza». Non vuole alimentare tensioni con i finiani prima che sia chiaro il quadro nazionale. E l’assessore Giampaolo Landi di Chiavenna, già in veste di colonnello Fli, chiarisce: «Se dovesse proseguire la richiesta di dimissioni, saremmo di fronte a un vero e proprio attacco a Fini e ne trarremo le conseguenze». Il capogruppo Udc Pasquale Salvatore dichiara la fine del bipolarismo e conferma «la fiducia a Palmeri».
La linea da tenere con i finiani sarà al centro del vertice di maggioranza convocato domani dal sindaco, prima con il Pdl e poi allargato a Lega e Udc. Nel mirino il commissario cittadino Luigi Casero che alle prime voci di fuga dal partito si era incaricato di gestire il «caso Palmeri».

E il rischio di una paralisi dell’aula: tra finiani (Barbara Ciabò e Palmeri), malpancisti tentati dalla fuga (Aldo Brandirali del Pdl, Paolo Bianco della Lista Moratti) a Guido Manca e Stefano Di Martino in polemica per la costituzione della giunta in un processo che li riguarda (minacciano di non votare più delibere) la maggioranza sta diventando ingestibile. E il via libera al Pgt entro fine mandato sembra ormai un miraggio.

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