Cronaca locale

Finisce dopo sei anni in Olanda la latitanza del boss calabrese

Preso Sebastiano Strangio, uomo del narcotraffico per la ’ndrangheta a Milano

È finita ad Amsterdam la lunga fuga, sei anni, di Sebastiano Strangio, 35 anni, nato in Calabria ma residente nel Milanese, individuato dalla squadra mobile seguendo il fratello Antonio, 44 anni. I due sono ritenuti dalla magistratura personaggi di spicco del cartello di famiglie calabresi, associatesi per meglio gestire il traffico internazionale di droga, e inviati in Lombardia a gestire gli affari delle cosche.
Sebastiano Strangio, nonostante l’età, è una vecchissima conoscenza della questura milanese, essendo stato arrestato per la prima volta ancora minorenne, quando un pentito lo indica come elemento organico alla malavita organizzata. Ma è nel ’99 che viene alla luce la sua effettiva pericolosità, quando la procura di Reggio Calabria lo accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Lui fugge e nel processo celebrato in seguito, verrà condannato a 19 anni. Altri due ordini di cattura seguiranno poi negli anni successivi, fino a quando a gennaio ’95 viene «internazionalizzato» il suo mandato d’arresto e inizia ufficialmente la caccia.
Sulle sue piste si mette il vicequestore aggiunto Maria José Falcicchia, che dirige la sezione criminalità organizzata e «catturandi». Il sistema, gira e rigira, è sempre quello: tenere sotto controllo parenti e amici. In particolare Antonio Strangio, residente a Milano, ritenuto il trait-d’union tra le cosche e il latitante. Già diverse volte appostamenti e pedinamenti vanno a vuoto, perché gli investigatori temono di essere scoperti, poi due giorni fa i poliziotti hanno il colpo di fortuna. Lo seguono fino a Linate e lo vedono prendere un biglietto per Amsterdam, esibendo un documento falso intestato a tal Lanfranchi. La stessa Falcicchia con due agenti sale in aereo, mentre parte richiesta di assistenza alla polizia olandese.
All’arrivo i poliziotti italiani si ritrovano con i colleghi olandesi e insieme proseguono la caccia. Antonio Strangio viene raggiunto da una donna e insieme iniziano una serie di giri in taxi e metrò per seminare eventuali «segugi». Senza accorgersi che li stanno portando dalla preda, rifugiatasi in una villetta all’interno di una zona residenziale immersa nel verde alla periferia di Amsterdam. L’area viene circondata ma ecco i due riuscire e questa volta in compagnia del ricercato. I tre vanno in centro dove si incontrano con un altro italiano e a quel punto scattano le manette.
Sebastiano Strangio per tutta la notte nega di essere il latitante ma viene inchiodato dalle impronte digitali.

Arrestato anche il fratello per i documenti falsi, fermata e subito rilasciata, invece la donna, una romena di 22 anni, compagna del ricercato.

Commenti