FIORENZA ZUOLO

Siamo arrivati al personalismo: guai a chi tocca Giuliano, dicono le signore radical-chic con la fede a sinistra e il portafogli a destra. Le minacce contro i commercianti a sfavore dell’area C crescono. Da Facebook ai biglietti lasciati davanti ai negozi. Il clima è di cattiveria. Si comincia a credere che la mossa dell’area sia il primo passo per sfogare un rancore politico represso da anni. «Anch’io ricevo insulti. Non siamo un Comitato politico - sottolinea Fiorenza Zuolo del Fiore all’Occhiello in via San Giovanni sul Muro 12 -. Tra noi a centinaia hanno votato Pisapia. Vogliamo difendere Milano. Ho trentasei punti vendita in altrettanti città internazionali, ma questa è la mia vetrina principale.
Se un oggetto funziona qui, funziona anche in America. Milano è il centro di una creatività che nasce da una rete di negozietti di fantasia, che si sono stratificati in decenni e decenni. Ora le si vuole cambiare il volto».
Anche per lei l’intenzione di fondo non è d’ordine ecologico. «Forse chi ci sta governando vuole lasciare un’impronta per dimostrare che è meglio del suo predecessore, per trasformare Milano in una Copenhagen o in un centro commerciale.


Andiamo avanti. La nostra protesta sta arrivando ovunque, anche sulle piazze arabe e israeliane». La lotta contro l’area C non è una battaglia per salvare il danèe, ma il volto di una città. Combattuta tra due fazioni.

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