«Fioroni ci diffida? Noi rispettiamo la legge»

A rischio parità e contributi statali Senza permesso di soggiorno adesso non è possibile entrare in graduatoria

«Abbiamo ricevuto la diffida del ministro Fioroni firmata dal direttore generale Anna Maria Dominici. Faremo gli opportuni approfondimenti, con particolare attenzione agli aspetti di carattere normativo e giuridico». L’assessore comunale a Famiglia, scuola e politiche sociali Mariolina Moioli risponde così all’ultimatum arrivato ieri da Roma: o Palazzo Marino si adeguerà entro dieci giorni alla normativa nazionale in materia di iscrizione alle scuole dell’infanzia, oppure la direzione regionale scolastica revocherà la parità agli istituti, che saranno privati dei contributi statali.
La nuova circolare del Comune, entrata in vigore il 17 dicembre, prevede che i figli di extracomunitari clandestini non abbiano il diritto di accedere alle 170 scuole d’infanzia comunali, a meno che le famiglie non siano in grado di dimostrare di aver fatto richiesta del permesso di soggiorno entro il 29 febbraio. La risposta dell’assessore Moioli non si è fatta attendere. «Per le sue scuole di infanzia - dice - il Comune spende oltre cento milioni di euro all’anno, il ministero contribuisce per circa otto milioni». Ma la responsabile regionale dell’istruzione, Anna Maria Dominici, è convinta che Palazzo Marino si metterà in regola rispetto alla direttiva ministeriale che impone, fra l’altro, l’iscrizione alle scuole di infanzia di tutti i bambini, «compresi quelli clandestini o morosi». La direttrice generale non ha dubbi: «L’istruzione è un diritto per qualunque persona, stabilito anche da norme internazionali. Le scuole della città - continua - sono paritarie. Per questo è necessario che rispettino le regole dell’ordinamento statale».
L’aut aut di Roma ha scatenato un’accesa polemica. Il vicesindaco con delega alla Sicurezza, Riccardo De Corato, ricorda che «a legislazione vigente il Comune dovrebbe iscrivere i bambini dei clandestini per poi denunciare alle autorità di pubblica sicurezza i loro genitori». Dello stesso parere l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna: «La legge Bossi-Fini obbliga lo Stato a espellere i clandestini». L’assessore regionale ai Giovani, Piergianni Prosperini, indica nella decisione del governo la volontà di «tutelare i figli dei clandestini e dei rom illegali». Prosegue Jole Santelli, responsabile Sicurezza e immigrazione di Forza Italia: «È assurdo il ricatto di sospendere i contributi statali. Bene ha fatto il Comune di Milano a vietare l’iscrizione alla scuola dell’infanzia ai figli degli immigrati clandestini». Mentre il capogruppo della Lega Nord in Comune, Matteo Salvini, è pronto a giurare che «centinaia di genitori ritireranno i figli da scuola se fra i compagni ci saranno piccoli clandestini».
Compatto invece il centrosinistra nel difendere Fioroni. «L’amministrazione ha sbagliato - denuncia Marilena Adamo del Pd -.

La circolare attuale è discriminatoria». Le fa eco l’assessore provinciale ai Diritti dei bambini, Francesca Corso: «Il Comune non gode di extraterritorialità. Occorre cambiare il provvedimento senza perdere un minuto».

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