Il fisco gliele canta a Vasco Rossi

Il fisco sta indagando sui rapporti tra Vasco Rossi (nel tondo) e le sue società per accertare se il cantante emiliano abbia pagato meno tasse del dovuto. Lo rivela il Settimanale l’Espresso nel numero in edicola oggi. Una prima serie di cosiddetti «verbali di constatazione», il primo passo del processo di accertamento, è stata inviata alle società di cui Vasco è titolare alla fine di dicembre, in seguito ad alcune verifiche condotte nel corso del 2011. Dai primi accertamenti è partito l’approfondimento sulla dichiarazione dei redditi personali del cantante. Secondo le prime ipotesi di lavoro, nel 2008 Vasco avrebbe dichiarato al fisco un reddito imponibile di 5,8 milioni di euro, poco più della metà dei 10,3 milioni che l’Agenzia ritiene accertabili sulla base dei rapporti intrattenuti con le sue società. Il fisco ha acceso un faro sulle attività del rocker di Zocca a partire dal 2010, quando ha iniziato a indagare sul suo yacht, ancorato nel porto di Sanremo e intestato a una società di noleggio.

L’Espresso ricorda come Vasco, quando all’epoca uscì la notizia, si fosse difeso con vigore: «ho sempre pagato le tasse, sia quando ero povero sia oggi», aveva sostenuto in un’intervista, dicendo di detestare gli evasori furbi e ladri e di aver intestato alle società tutte le sue proprietà, cane compreso, non per eludere le tasse ma per limitare eventuali ritorsioni contro la mia persona fisica per eventuali danni causati a terzi dalla barca o dal suo equipaggio.
I controlli dell’agenzia si sono poi estesi alla società che gestisce patrimio e diritti del cantante.

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