Fiumi e laghi lombardi: esotico un pesce su due

Il pesce siluro, detto anche siluro del Volga perchè proviene dalla Russia, può raggiungere i 4 metri di lunghezza. Difficile da catturare, è un predatore notturno, mangia rane, ratti, pesci di ogni foggia e dimensione. È dominante, ruba cibo e spazi ai pesci italiani. Ma non è il solo. «Ormai nei fiumi e nei canali lombardi la metà della fauna ittica è esotica» ha confermato il biologo Edoardo Razzetti dell’Università di Pavia. Significa che un pesce su due non è nato per vivere in queste acque e può provocare seri danni all’ambiente. «Il pesce siluro è molto diffuso e la sua presenza è ormai incontrollabile - ha aggiunto Ettore Degli Esposti dell’Enpa -. Questa è una delle conseguenza della gestione scellerata delle acque fatta soltanto a fini sportivi». Il siluro è arrivato in Lombardia attorno agli anni ’50, ma i propositi di caccia sono stati presto abbandonati perchè è un pesce difficile da catturare. Oltrettutto si nutre della fauna neonata immessa nelle acque dai pescatori.
Come fare per sradicarlo? «È impossibile - ha spiegato Razzetti - l’introduzione delle specie esotiche nelle acque italiane è incominciata nella seconda metà dell’Ottocento e di fatto non è ancora cessata. Basta un esemplare inserito casualmente fra i pesci gettati per il ripopolamento e la nuova specie è già qui. È successo con l’Aspio e il Cobite da stagno, entrambi originari del Giappone. Il siluro del Volga arriva dall’Europa centrale ma sul Danubio è una specie protetta.

Potrebbe esserci un adattamento sul lungo periodo - ha aggiunto il biologo - come è accaduto col Pesce gatto (del Nord America). Negli anni ’30 aveva invaso la pianura ed era temuto come la peste, ora la sua diffusione si è ridotta notevolmente e non è quasi più considerato un problema».

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