Fiumicino, 3,6 miliardi per la sfida dei cieli

Decolla il futuro di Fiumicino: 3,6 miliardi di investimenti entro il 2020, più o meno il doppio entro il 2040 per un aeroporto che a quel punto dovrebbe essere alla pari con i grandi hub europei, senza il gap infrastrutturale che si porta dietro e che ogni tanto manifesta i suoi nefasti effetti, come nel pasticcio-bagagli della scorsa estate. I progetti sono stati presentati ieri a Villa Madama, nel corso della conferenza «Due hub, un unico obiettivo: fra crescere il Paese». E il secondo hub è quello di Milano Malpensa.
Ma torniamo a Fiumicino, scalo il cui presente è stato così disegnato da Giuseppe Bonomi, presidente di Sea, la società di gestione dei due aeroporti milanesi: traffico a elevata caratterizzazione turistica, con un vasto bacino di utenza (32 milioni di passeggeri) corrispondente a tutto il Centro-Sud, una posizione geografica strategica, posto com’è al centro del Mediterraneo e un ranking tutt’altro che disprezzabile, se si considera che, malgrado tutte le difficoltà, nel 2008 è stato il sesto in Europa per traffico. Insomma, uno scalo turistico, meridionale, mediterraneo a medio raggio, che si affiancherebbe a quello milanese a vocazione business e cargo, ideale per il traffico di lungo raggio.
Questo il presente. Quanto al futuro, sarà ridisegnato dai progetti presentati ieri dallo stesso Bonomi e dal suo pari grado Fabrizio Palenzona, presidente di Adr. I progetti sono suddivisi in due fasi. La prima, che si dovrebbe concludere entro il 2013, prevede entro il 2011 il nuovo sistema di trattamento bagagli BHS-HBS, capace di trattare fino a 12mila bagagli l’ora; entro il 2012 un nuovo parcheggio multipiano da 2130 posti auto e il nuovo molo C da 11mila metri quadri, con 16 pontili di imbarco; entro il 2013 la nuova area imbarco A, con 14 pontili, dedicato al vettore di bandiera. La seconda fa, entro il 2020, prevede invece entro il 2013 il nuovo «people mover» automatico; entro il 2014 la nuova quarta pista di volo; entro il 2015 le infrastrutture «real estate» per aumentare la ricettività; ed entro 2020 il progetto più complesso e ambizioso, la nascita della nuova aerostazione nord, un vero proprio Fiumicino-2 con una capacità di 30 milioni di passeggeri in una prima fase e di 70 milioni a regime. A quel punto Fiumicino sarà uno scalo pronto a ospitare nel 2040 cento milioni di passeggeri.
Tutto ciò muovendosi in accordo con Milano e in armonia con il governo, perché «ci siamo resi conto che siamo un Paese piccolo che compete in un grande mondo. L’Olanda e la Francia hanno fatto un accordo di hub tra i loro aeroporti, figuriamoci se non possiamo farlo noi». In realtà il «sogno nel cassetto» di Palenzona è «un piano nazionale della mobilità delle persone e delle merci. Un posto dove concretamente si può sbloccare questo Paese.

Credo che sia arrivato il momento di fare questo piano, che è già iniziato dalla logistica». Inoltre, Palenzona è convinto che «serva un grande patto tra investitori privati e istituzioni per superare il gap e ridare competitività al Paese».

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