Viviana Persiani
Gli amanti del flamenco, la sensuale danza gitana che mai come in questo periodo ha creato attorno alla sua magia proseliti e appassionati, conosceranno lo stile originale di Brigitta Luisa Merki. Dopo aver lavorato per alcuni anni con la compagnia di ballo Flamencos en Route firmando le coreografie più suggestive e di impatto, la danzatrice torna in Italia con la sua volontà di portare in scena un dialogo artistico tra il genere musicale spagnolo di origine andalusa e le altre arti contemporanee.
Da questa sera al Teatro Arsenale Brigitta Luisa Merki è l'interprete di Afàn-figurazione flamenca, lo spettacolo in prima nazionale che offre respiro alla tradizione del flamenco, integrandola con la forma espressiva della scultura e con altri linguaggi.
Testimonianza del lavoro innovativo della coreografa, danzatrice e direttrice artistica, per il quale la Merki, ha ricevuto l'Anello di Hans Reinhart, Afàn (entusiasmo, in spagnolo) racconta di come il movimento si possa associare al canto, alla musica e anche ad altre forme artistiche dando vita ad una creazione di teatro-danza dai toni gitani particolarmente espressivi.
Una scultura geometrica di ferro al centro della scena che porta la firma dell'artista Gillian White, è fonte di ispirazione di una vicenda corporeo-musicale che prende vita attraverso le sinuosità di Merki e le sonorità dei musicisti che, dal vivo, accompagnano la danzatrice nel parto di un quadro di vita. Questo è Afan, frutto di un programma armonizzato dove le note del bandoneon, della chitarra, del violoncello e delle percussioni, sospingono la ballerina nella sua performance di grande suggestione.
A incorniciare il lavoro di forte impatto visivo, il supporto delle luci studiate minuziosamente da Serge Schmuki che scaldano e raffreddano la scena, che diviene ora più scura, poi illuminata a giorno, ora tinta di rosso per poi lasciare posto alla vivacità di altre tonalità, a seconda dei momenti, variando l'intensità del quadro scenico e dell'attimo.
L'installazione artistica di suono, movimento, colori, forma e luce si avvale anche di apparato di costumi firmati da Carmen Perez Mateos che contribuisce alla nascita di spazi plastici, visioni e fantasie poetiche, così come dialoghi interiori con la musica. Ecco come la Merki, spinta da un continuo entusiasmo e dall'ambizione di creare nuove forme di teatro e di danza, ha realizzato il suo progetto, portando sulla scena la sua personalissima forma di flamenco, lasciando che le riflessioni e le storie di trasfigurino in danza.
Dopo aver maturato, attraverso gli anni di insegnamento, l'interpretazione alla danza con evidenti derivazioni arabe più consona al suo stile, la Merki ha dato così vita ad un sogno, dandogli una configurazione artistica continuando così indisturbata il suo cammino sempre molto personale attraverso l'arte del flamenco.
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