Un alto esponente del Fondo monetario internazionale, per di più italiano, ieri pomeriggio ha detto che l’Italia, da sola, non ce la può fare a uscire dalla crisi. Apriti cielo. La Borsa ha rischiato di crollare, un brivido ha percorso i mercati e i centri nevralgici della diplomazia europea. E dire che era stata una buona giornata, con lo spread sceso per la prima volta, sia pure per poche ore, sotto i 400 punti. Poi, ovvia, è arrivata la smentita dell’incauto personaggio. Uno si chiede: ma ci sono o ci fanno questi alti papaveri della finanza internazionale?
Ogni volta che si riesce ad alzare la testa, subito qualcuno o qualcosa ti respinge giù. Una volta è l’agenzia di rating,un’altra è una dichiarazione stramba della Merkel, ieri è stato il Fondo internazionale, agenzia per altro non completamente disinteressata alla sorte delle vicende italiane. Altro che cabina di regia anti crisi. Qui ormai ognuno fa gli affari suoi. È come una tela di Penelope. Di giorno si tesse, poi arriva un presunto amico e ti disfa il lavoro. E in mezzo a questo balletto dei potenti ci siamo noi e la vita reale. Che cominciamo a fare i conti con la manovra recessiva del governo Monti.
Nei primi venti giorni di gennaio, con l’aumento del prezzo dovuto alle tasse, il consumo della benzina è calato dell’undici per cento. Un record negativo che dice più di tante chiacchiere quanto la situazione sia difficile. Perché la benzina non è solo il carburante delle auto ma lo è anche della nostra vita. Se abbiamo cominciato a risparmiare sul pieno, vuole dire che ci spostiamo meno frequentemente, sia per lavoro che per diletto.
Risultato: spendiamo di meno, un po’ per necessità un po’ per paura. Insomma, siamo entrati in riserva e se non arriva un pieno di fiducia e di prospettiva (meno tasse, meno vincoli) rischiamo davvero di rimanere a piedi, indipendentemente da quel che dice il Fondo monetario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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