Milano - In Europa la crisi economica
mondiale si è concretizzata con una "profonda recessione", a
riflesso del crollo della fiducia e della domanda globale, che
secondo il Fondo monetario internazionale richiederà tempo e altre
contromisure prima che si possa imboccare la ripresa. Le difficoltà
economiche che si trascineranno anche nella prima metà del 2010,
avverte l’istituzione di Washington nel suo rapporto regionale di
primavera relativo all’Europa, a quel punto dovrebbe avviarsi una "graduale ripresa".
Crisi meno pesante nel 2010 Lo studio riprende le cifre previsionali pubblicate lo scorso 16
aprile nel rapporto annuale dell’Fmi sull’economia planetaria, il
World Economic Outlook. Per l’insieme dell’Europa si stima una
contrazione economica del 4,2 per cento nel 2009, con un ulteriore
meno 0,1 per cento nel 2010.
Leggermente più accentuata la fase di flessione nelle economie
avanzate dell’Ue: meno 4 per cento nel 2009 e meno 0,4 per cento
nel 2010, e per l’area euro meno 4,2 per cento e meno 0,4 per cento.
Sempre secondo l’Fmi nelle economie emergenti dell’Unione
europea in media la crisi risulterà più pesante nel 2009, con un
meno 4,9 per cento, ma meno nel 2010 in cui il Pil è previsto
invariato.
Italia in linea con l'area euro Per l’Italia l’Fmi reitera la previsione di un meno 4,4 per
cento del pil nel 2009 e un meno 0,4 per cento nel 2010, in linea con
l’area euro.
Nel frattempo l’inflazione dovrebbe rientrare e livelli molto
contenuti in molti paesi, ma secondo l’Fmi sembrano da escludere i
rischi di una vera e propria fase di prolungata deflazione, ovvero un
calo stabile dei prezzi su base annua (si tratta di un fenomeno
insidioso perché erode il fatturato e le capacità di investire e di
creare occupazione delle imprese).
Su questo versante il divario tra paesi europei avanzati e
emergenti è ancora più evidente. Per i primi l’Fmi prevede
un’inflazione 2009 allo 0,5 per cento, e allo 0,7 per cento nel 2010,
nell’area euro allo 0,8 per cento in entrambi gli anni.
Nelle economie emergenti europee nel 2009 sarà invece al 9,2 per
cento, a cui seguirà un 7,1 per cento nel 2010. I valori più elevati
toccano le economie emergenti che non fanno parte dell’Unione
europea.
I Bot scendono Scendono ancora i rendimenti dei buoni del Tesoro. I titoli trimestrali messi oggi all’asta hanni visto una riduzione dei rendimenti di 0,171 punti percentuali che hanno portato il rendimento medio ponderato al 0,882%, sotto il già basso 1,053% messo a segno nell’asta di metà aprile. Calano di quasi un quarto di punto, poi, i rendimenti dei Bot annuali. Il rendimento medio ponderato passa dall’1,361 del 15 aprile all’1,137% registrato oggi con una riduzione di 0,224 punti percentuali. I tassi su bot trimestrali e annuali continuano così ad inanellare nuovi minimi storici. Già a marzo avevano visto una riduzione sotto l’1% del rendimento netto. Questa volta, invece, a scendere sotto questa soglia sono i rendimenti lordi, ai quali andranno sottratte ancora tasse e commissioni.
Considerando infatti la ritenuta fiscale al 12,5% del’applicazione da parte degli intermediari delle commissioni massime (0,10% per i titoli sotto i 170 giorni e 0,30% per i buoni di durata superiore ai 331 giorni) i rendimenti reali saranno ancora più sottili e per i bot trimestrali potrebbero attestarsi attorno a mezzo punto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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