Fo, mistero buffo del centrosinistra «Dopo le primarie farò la mia lista»

A Margherita e Ds serve un vertice per ribadire fedeltà a Ferrante

Gianandrea Zagato

Diesse e Margherita danno «pieno sostegno a Bruno Ferrante». Per metterlo nero su bianco hanno impiegato due ore. Sì, hanno speso centoventi minuti per stabilire quello che, evidentemente, non era un dato di fatto per quel centrosinistra incerto, malmesso e persino indisponibile a investire sull’ex prefetto. Ma alla fine ce l’hanno fatta e, adesso, annunciano che bisogna «dare più forza al candidato Ferrante» e che, post primarie, si può pure ipotizzare «una possibile lista unitaria».
Eventualità che, naturalmente, è tutta ancora da verificare con gli altri supporter del candidato Ferrante, dopo averne cioè «testato il livello di unità». Problemino che, sorpresa, non ha certo Dario Fo: lui, il Nobel, ha già le idee chiare sul da farsi dopo le primarie del 29 gennaio. Cosa? Be’, una lista «Fo sindaco». Che, tra l’altro, era quello consigliatogli dal sindaco uscente Gabriele Albertini: «Fo non deve limitarsi a presentarsi alle primarie. Una personalità del suo livello, un premio Nobel, un uomo che rimane scritto nella storia e non nella modesta cronaca come noi poveri cittadini deve fare una sua lista. Potrebbe quindi pesare nell’ambito del centrosinistra quanto conti la sinistra estrema, ma coerente e fedele ai propri ideali».
Scenario, quello della lista «Fo sindaco» che dall’entourage di Fo non viene né smentito né confermato. Posizione che equivale a ribadire quanto sostenuto dal segretario di Rifondazione Augusto Rocchi ovvero che «quella di Dario non è una candidatura di bandiera» e che «queste primarie devono essere vere, chi è portatore di una radicalità alternativa non può essere considerato né marginale né perdente a priori». Anzi, Fo potrebbe riservare a Ferrante qualche sgradita sorpresa: secondo sondaggi che circolano tra diesse e Margherita, Fo, sarebbe attorno a quota trenta per cento che, tradotta successivamente in voti alle Comunali, significherebbe per Ferrante fare i conti con le idee e i progetti del Nobel. E mentre si starebbe preparando una campagna di veleni sul passato di Fo - «la pazienza ha un limite» confidano dallo staff di Ferrante, dove finora si sono dribblate le polemiche -, lui, il Nobel, invita a Milano il sindaco «rosso» di Londra. Appuntamento con Ken Livingstone al Mazdapalace, dove il 21 gennaio insieme a Claudio Bisio, Enzo Jannacci e Beppe Grillo offre «una serata di ironia e giocondità, raccontando cose della nostra città, cose d’amare e da buttare». Serata interventista-giustizialista che nel mirino avrà i diesse alle prese con il caso Unipol e quell’ex prefetto su cui neanche il diessino Filippo Penati è disposto a fare «pronostici» salvo garantire che lui «tifa per Ferrante».
Uscita davvero pleonastica in bocca al presidente della Provincia che «invita a non alzare ulteriormente l’asticella della polemica» mentre si prepara a un futuro istituzionale con l’attuale ministro dell’Istruzione al governo di Milano.

E anche questo non aiuta certo Ferrante bensì Fo che si prepara a raccattare un gruzzoletto consistente di preferenze alle primarie e giocarle per quella lista «Fo sindaco» che piace non solo a Rifondazione ma pure all’area ambientalista.

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