(...) dopo la seconda guerra mondiale, contro la popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia, nei cui grandi «inghiottitoi» carsici vennero gettati i corpi di centinaia di vittime. Il 10 febbraio, venerdì è il «Giorno del Ricordo», ma il Comune di Genova pare essersene dimenticato. Nessuna celebrazione solenne, nessuna commemorazione, nessun ricordo, appunto. Nonostante ci sia una legge che istituito nel 2004 questa ricorrenza in nome degli italiani «infoibati» e in nome degli oltre 350mila istriani, fiumani e dalmati «che scelsero lItalia e furono per questo costretti ad abbandonare le proprie case, le proprie terre, i propri ricordi radicati nei secoli. Chiediamo al sindaco Marta Vincenzi di non perseverare nella congiura del silenzio - spiega il consigliere comunale del Gruppo Misto, Gianni Bernabò Brea - che per decenni ha voluto cancella il sacrificio di migliaia di vite umane e una vera e propria pulizia etnica contro gli italiani dimenticanto, forse per motivi ideologici, una delle pagine più orribili e buie della nostra storia».
Il Comune di Genova deve degnamente celebrare questo giorno - continua Brea - non solo perché così vuole la norma, ma perché nessuno ha il diritto di cancellare la memoria di questa tragedia dimostrando così una maturità politica e culturale capace di unire e di non dividere. «Chiedo che il sindaco ponga rimedio allindifferenza sin qui adottata per il giorno del ricordo con una solenne commemorazione nel corso della prossima seduta consigliare».
Per fortuna però cè la Regione Liguria, dice Mohoratz: «In via Cesarea al Teatro della Gioventù, venerdì la Regione ha organizzato la commemorazione. Ha sempre avuto particolari attenzioni per noi, tiepidamente seguita dalla Provincia e scarsamente seguita dal Comune. Noi portiamo una corona al Parco delle Rimembranze a Staglieno, qualche volta il Comune interviene. Ma al di là di queste cose, non ha mai organizzato nulla. Mai promosso qualcosa in particolare». Eppure ricorda Mohoratz, cè una legge regionale, oltre a quella nazionale, la 29 del 2004, che invita Comuni e province a ricordare. «E che Tursi sia così assente...sì, magari manda qualche rappresentante, ma non prende mai la parola. Le mostre che facciamo? Se non ci fosse la Regione, saremmo allo zero assoluto. Abbiamo più aiuto dalle circoscrizioni che dal Comune». Il punto è che si continuano ad ignorare i dettami delle leggi 92 del 2004 e 29 del 2004.
«Da anni facciamo un concorso regionale per tutte le scuole. Su 140 compiti, non ci è arrivato neanche uno scritto dalla Spezia. È evidente che cè una volontà politica di non far nulla - continua il presidente della consulta regionale Anvgd -. Io questanno ci vado e vedrà che non mi faranno parlare. A noi che siamo i testimoni diretti, i giuliano dalmati che abbiamo subito lesodo e un regime tremendo. Invece queste cose vanno dette.
Tra gli appuntamenti in programma a Spezia resistono solo gli eventi sulla Shoah. Mentre del ricordo delle foibe nemmeno un accenno. Dimenticato, ancora una volta.
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