Alla Fondazione Bandera un flash sui paesaggi «spariti»

Se qualcuno crede ancora che l'arte contemporanea non sappia interpretare in modo adeguato la modernità, vada a vedere «No landscape-la sparizione del paesaggio», fino al 31 maggio negli spazi della Fondazione Bandera per l'Arte (in via Costa, a Busto Arsizio, provincia di Varese). In mostra un'interessante tendenza nelle arti contemporanee: la riflessione sul paesaggio. Nei video, sulle tele, negli scatti fotografici compaiono nuovi protagonisti: le gru (come in «Cantiere» di Giorgio Ortona), le periferie con edifici dimessi (presenti in «Pomeriggio», di Alessandro Busci), le architetture rigorose e maestose di Marco Petrus, ma anche paesaggi naturali, caotici e incomprensibili, come quelli di Giovanni Frangi o le meravigliose città vibranti di Alessandro Papetti. Il paesaggio contemporaneo con i suoi infiniti mutamenti, non ha lasciato indifferenti gli artisti più sensibili: nella mostra a Busto Arsizio sono presenti le opere di una quindicina di autori che sul tema hanno lavorato a lungo. Esiste poi una forma di arte contemporanea che più di ogni altra si è confrontata e ha interagito con il paesaggio urbano: la street art. Negli stessi giorni di «Nolandscape», la Fondazione Bandera promuove l'opera di tre giovani artisti di strada che chiamare graffitari sarebbe riduttivo. La mostra «In out» prevede un percorso museale negli spazi della fondazione e uno «open air» tra i muri della città di Busto, ed espongono gli street-artist Ozmo, Zibe e 2501.

Se non sapete di chi stiamo parlando guardatevi in giro: Ozmo rielabora in chiave graffitara famose iconografie classiche, 2501 è conosciuto per le sue installazioni giocose con pupazzi, mentre a Zibe dobbiamo il volto di Arnold dipinto nei punti più improbabili di Milano e dintorni.

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