
Obbiettivo: ripopolare i piccoli comuni lombardi aprendo negozi di prossimità che forniscano generi alimentari (là dove non siano già presenti).
Da oggi fino al 13 novembre, accedendo alla piattaforma telematica regionale, si può partecipare al Bando Nuova Impresa - Piccoli Comuni e Frazioni che ha una dotazione finanziaria di 5 milioni e 560mila euro. Il provvedimento è stato chiesto dalla Lega. Ha chiarito l'assessore regionale allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi: "Come Regione diamo un aiuto concreto a chi vuole fare impresa nei piccoli paesi, mettendo a disposizione contributi per agevolare l'apertura di attività che hanno una valenza non solo economica ma anche sociale, rappresentando un presidio importante per le comunità rispetto alla necessità di arginare lo spopolamento". E il collega, l'assessore agli Enti locali, Massimo Sertori, ha aggiunto: "Per i piccoli centri i negozi di alimentari sono fondamentali, soprattutto nelle realtà montane, ma non solo, perchè garantiscono un servizio essenziale ai residenti e ai turisti. Anche con questa iniziativa vogliamo contribuire a invertire le dinamiche di abbandono dei territori".
L'agevolazione consiste nella concessione di risorse a fondo perduto in conto capitale fino al' 80% della spesa ritenuta ammissibile: il contributo non potrà superare il limite massimo di 40.000 euro. I progetti dovranno prevedere un investimento minimo di 3.000 euro e riguardare Comuni con popolazione pari o inferiore a 3.000 abitanti o frazioni di tutti i comuni della regione. Le domande dovranno essere presentate attraverso la piattaforma Bandi e Servizi. L'assegnazione del contributo avverrà con procedura "a sportello" secondo l'ordine cronologico di invio telematico della richiesta. Per accedere ai fondi è necessario che il Comune competente certifichi l'assenza di un negozio di alimentari da almeno sei mesi, rilasciando apposita attestazione.
Il consigliere leghista Floriano Massardi, presidente della commissione Agricoltura, Montagna e Foreste, ha spiegato che i fondi serviranno a coprire "le spese per l'acquisto di arredi e software gestionali, ma anche di servizi, montaggi, trasporto, certificazioni di qualità, spese di locazione, notarili e d'impresa". Soddisfatto il vicepresidente di Confcommercio Carlo Massoletti: "Sono già 44 i comuni sprovvisti di negozi, questa misura dimostra che il terziario è imprescindibile per lo sviluppo e per offrire opportunità ai giovani".
Per la consigliera leghista Silvia Scurati, vicepresidente della commissione Attività produttive in Consiglio, si tratta di "un aiuto ai territori e alle comunità, perché un negozio non è solo un'attività economica, ma un presidio sociale che contribuisce a mantenere vive le nostre realtà locali".