Fondiaria vince contro Marcegaglia

da Milano

Nuovo round, ancora una volta a favore di Fondiaria-Sai, in uno dei procedimenti legati alla mancata Opa obbligatoria che nel 2001 avrebbe dovuto lanciare Sai sulla totalità delle azioni Fondiaria. Dopo quello vinto nel gennaio del 2007 contro Promofinan, questa volta il gruppo di Salvatore Ligresti ha superato il secondo grado di appello contro il gruppo Marcegaglia, allora azionista di minoranza di Fondiaria, cui il tribunale di Milano aveva dato ragione in primo grado.
La Corte d’Appello di Milano ha infatti dato ragione al gruppo assicurativo che era stato condannato in primo grado al pagamento di oltre 3 milioni di euro in favore di Steno Marcegaglia, Antonio Marcegaglia e Palmira Bazzani Marcegaglia. Una vicenda lunga e complessa che ha tenuto banco soprattutto tra il 2002 e il 2003, quando vennero intentate dozzine di cause contro Fondiaria-Sai. Ad alimentare la causa ci si mise anche la Consob il cui atteggiamento fu però altalenante e che ammise l’obbligo di acquisto quando ormai i tempi di legge erano scaduti per l’avvenuta fusione tra le due società, nei primi mesi del 2003.
La sentenza di ieri ha respinto ogni richiesta proposta dai Marcegaglia e ha condannato i medesimi alla restituzione in favore di Fondiaria-Sai delle somme di denaro pagate in precedenza. Seppur da alcune parti attesa, la sentenza viene considerata particolarmente rilevante dal gruppo fiorentino proprio perché permette alla società di guardare con maggiore tranquillità ai procedimenti ancora aperti e agli eventuali ricorsi in Cassazione, che è possibile seguano questa come le prossime sentenze. Inoltre, viene allontanato il rischio della class-action introdotta da poco anche nell’ordinamento italiano.
Intanto per il gruppo composto da oltre 100 società attive non solo nei settori assicurativo, finanziario e bancario è stata una giornata di “toro” sui mercati azionari, con il titolo che è cresciuto in chiusura del 6,04% a 26,88 euro con volumi nettamente superiori alla media.


Sul titolo potrebbero aver impattato anche acquisti venuti dall’estero dopo che la società nei giorni scorsi ha inviato a Parigi i suoi investor relators per incontrare la comunità finanziaria francese e ribadire la solidità del gruppo e la bontà delle strategie.

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