Cronaca locale

Formigoni diffida Fioroni: «Il ministro è assente ci lasci cambiare la scuola»

Una diffida spedita a Roma via raccomandata. L'ha inviata il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni. Obbiettivo: ricordare al Governo i suoi doveri sulla scuola. Un colpo «a sorpresa» da parte di Formigoni, che usa uno strumento mai sfoderato prima da nessuna regione per dialogare con i ministeri. La diffida diventa la sede per richiamare formalmente Fioroni, che fa ricorso contro la legge lombarda sull'istruzione, ma pecca di «vuoto legislativo». Al ministro viene infatti fatto notare che da un anno e mezzo non sono state ancora emanate le norme statali sulla scuola a cui le Regioni dovrebbero attenersi. Una lacuna che Formigoni sottolinea con la penna rossa. «Sono stato costretto a questa iniziativa - spiega il presidente lombardo - utilizzando per la prima volta in Italia uno strumento previsto per le Regioni all'interno del Titolo V della Costituzione. È in gioco il futuro di tanti giovani e delle loro famiglie che devono avere certezze circa la scelta del percorso formativo».
Quella per salvare la legge lombarda sulla scuola è una corsa contro il tempo. A gennaio infatti si raccoglieranno le prescrizioni al prossimo anno scolastico ed è più che mai urgente sapere se i corsi professionali potranno essere riformati o no. Se la legge lombarda, nel congelatore fino al giudizio della Corte Costituzionale, dovesse realmente decollare, ci sarebbe una nuova scansione del percorso di studi: dopo i primi tre anni obbligatori, si potrebbe accedere al diploma con la frequenza di un quarto anno integrativo e all'università con un quinto anno.
Nella diffida il ministro viene sollecitato a definire quanto la legge gli impone. E cioè gli elementi minimi validi su tutto il territorio nazionale, come il repertorio dei percorsi e i criteri per l'accreditamento delle strutture formative. Dal canto suo, la legge lombarda rispetta i criteri statali che tuttavia non sono ancora stati formulati. La prossima settimana il contenuto della diffida sarà illustrato alla conferenza unificata, sede in cui si riuniscono la Conferenza Stato-Regioni e la Conferenza Stato-Città ed autonomie locali.
«Abbiamo intrapreso questa offensiva del dialogo - aggiunge Formigoni - per scuotere l'inerzia del ministro e aprire un confronto che ci viene negato di fatto dal 27 luglio scorso. Da allora abbiamo trovato porte chiuse e telefoni muti: Fioroni si sottrae al confronto. Mi auguro che la Consulta si pronunci rapidamente sul ricorso». «Non siamo per lo scontro e né per la polemica - puntualizza l'assessore lombardo all'Istruzione, Gianni Rossoni- ma pretendiamo di avere dal Governo le norme che è suo dovere emanare».
Dura la replica del ministro: «La diffida per presunte inadempienze è fondata sull’ignoranza del vigente quadro normativo.

In questa legislatura, infatti, il Parlamento ha già modificato la legge Moratti per dare risposta alle richieste degli stessi dirigenti scolastici e docenti».

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