Lo scontro sui ticket sanitari e sul servizio di emergenza-urgenza del 118 non si placa. Stavolta a gettare benzina sul fuoco delle polemiche è il ministro della Salute, Livia Turco, che respinge al mittente - e cioè a Regione Lombardia - le critiche ricevute sul ticket da 10 euro deciso con la Finanziaria. «Sono istituzionalmente indignata come donna di Governo - insorge alla vigilia dell'abbattimento della tassa sanitaria, previsto per giugno - per la campagna che è stata fatta sui ticket in Lombardia. Una regione che ricava 850 milioni di euro e in cui l'85 per cento dei ticket che pagano i cittadini sono stati messi dal governo Formigoni».
Nessun mea culpa dai vertici regionali. Anzi. «Spiace dirlo ma il ministro Turco - replica Formigoni- dovrebbe vergognarsi e fare ammenda, ha scatenato un attacco a freddo alla Regione Lombardia e a chi la governa, basato sulla falsificazione della realtà e delle cifre». «Le entrate da ticket in Regione Lombardia - prosegue il governatore - non sono di 850 milioni l'anno come dice il ministro ma di 606 milioni. E soprattutto è del tutto falso e offensivo affermare, come fa il ministro, che l'85% del ticket è messo dal Governo Formigoni. Il ministro Turco dovrà ritrattare questa affermazione infondata. I ticket sanitari attribuibili a Regione Lombardia ammontano a 150 milioni di euro, e cioè al 25% delle entrate complessive da ticket. Gli altri ticket sono tutti imputabili a normative nazionali». E ancora. «Il ministro della Salute, e i sindacati protestano per il 118? Tempo perso - afferma il governatore. Noi non intendiamo privatizzare il 118. Sarebbe meglio che il Ministro andasse a controllare altrove i disastri della sanità. A meno che non sia venuta per verificare la qualità del sistema sanitario lombardo e imparare come funziona. Il 118 lo abbiamo inventato noi». L'assessore lombardo alla Sanità, Luciano Bresciani, rincara la dose e continua a definire quella dei ticket «una manovraccia con la quale Roma è riuscita a penalizzare le regioni virtuose, violando le regole dell'autonomia regionale e togliendo fondi al ministro Bindi. Contraddicendo così anche la pretesa politica sociale del Governo di centrosinistra». Mentre in Regione Lombardia si pensa a come correggere la politica dei ticket dopo lo sconto alle Regioni deciso dal Governo, Rifondazione Comunista propone una piattaforma per le esenzioni: soppressione dell'aumento di sette euro, niente pagamento per chi guadagna meno di 30mila euro all'anno, niente ticket sul pronto soccorso, aggiornamento delle esenzioni per gli anziani over 65 anni e per i bambini al di sotto dei sei anni, gratuità totale per i malati cronici e per chi soffre di malattie rare o ha bisogno di fisioterapia.
Ieri di fronte all'assessorato lombardo alla Sanità è stato organizzato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil un presidio fisso contro la trasformazione del servizio di emergenza urgenza 118 in fondazione, con il possibile coinvolgimento dei privati.