Basta con i balletti e le percentuali al ribasso. «LUdc deve decidere il suo destino, scelga da che parte stare». Il governatore Roberto Formigoni inizia a dare segni di insofferenza. Due giorni fa, lapertura dei centristi milanesi allalleanza con il Pdl alle regionali «se il candidato è Formigoni» è stata bacchettata del segretario nazionale Cesa: «Al 99% andremo da soli, ogni altra ipotesi è molto, molto improbabile». Ma il messaggio del governatore è chiaro: dentro o fuori. E il Pdl non teme la corsa solitaria dei centristi: «Le scelte nazionali, valuta il coordinatore vicario Massimo Corsaro, «difficilmente ci metteranno in condizione di aprire le porte allUdc, e in una regione in cui possiamo farne a meno». Senza di loro, conferma Podestà, «andiamo avanti lo stesso, sicuri di avere un grande consenso.
Ma secondo noi stanno sbagliando».E mentre lopposizione brancola nel buio, sullipotesi di una sua candidatura Di Pietro frena: «Prima di andare alla guerra bisogna costruire la squadra, non si manda il giapponese a difendere lisola».
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