Domenica, durante la presentazione del suo Movimento Cinque stelle, Belle Grillo ne ha dette peste e corna. Ha sparato a zero su tutti, a destra e sinistra. E nel calderone dei politici insultati, in perfetto vaffa-style, ci è finito anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Il comico genovese, annunciando la sua discesa in politica, lo ha definito «una specie di primario di ospedale» che investe il 70 per cento del Pil lombardo in sanità. «E se per miracolo dovessero sparire le malattie in Lombardia - provoca Grillo - cosa farebbe Formigoni?». Il nuovo qualunquista della politica non ha risparmiato frecciatine nemmeno al sindaco Letizia Moratti, accusata di riempire la città di parcheggi e cemento.
Provocazioni infondate, a cui il governatore lombardo dà una risposta secca: «Grillo si presenti alle regionali anche in Lombardia». Lì allora, al momento del conteggio dei voti, si vedrà chi sa governare e chi no. I grillini per il momento non sono riusciti a mettere insieme abbastanza forze per presentarsi alle elezioni lombarde della prossima primavera e hanno deciso di puntare solo sul Piemonte e sull’Emilia Romagna, dove le chance sembrano di più. Probabilmente il Movimento scenderà in campo anche in Campania.
«Forse Grillo ha paura della Lombardia?» si chiede, ironico, Formigoni. «Se ha idee così frizzanti, scoppiettanti e innovative come dice - aggiunge il presidente lombardo - le metta alla prova. Venga in Lombardia, raccolga milioni di voti e metta in atto le sue splendide idee. Che gli piaccia o che non gli piaccia, ormai Grillo non è più un comico ma un politico».
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