Si è partiti dallevento che ha messo a nudo tutte le lacune del nostro sistema: i black out dellestate 2003. Un fatto causato da problemi ancora aperti e che rendono la nostra bolletta più cara del resto dEuropa.
Per discutere di sicurezza, affidabilità e del mercato dellenergia elettrica la Fondazione Politecnico ha riunito ieri i più importanti esperti del settore per il primo Forum dedicato al tema. In unaula gremita (cerano più di duecento persone) si è discusso delle lacune della rete di distribuzione («ci sono colli di bottiglia che impediscono di fruttare al meglio alcune centrali») e della dipendenza del nostro Paese dallestero (nel 2004 abbiamo importato il 14,2 per cento del totale consumato). «Tutte cose che alla fine ci penalizzano anche in termini di prezzi, il kilowattora costa anche 20 euro più che nel resto dEuropa - spiega Andrea Silvestri che ha coordinato i gruppi di studio del Forum-. A questo va aggiunto il fatto che molte nostre centrali hanno più di trentanni e quindi rendimenti meno elevati di quelle più recenti. Se il nucleare è la soluzione? Non nel breve periodo - risponde lesperto-. Dopo il referendum, gli impianti sono stati dismessi, per tornare a produrre questo tipo di energia, se si decidesse di farlo, serviranno almeno dieci anni». E non è neppure realistico puntare tutto sulle fonti rinnovabili: «Siamo un Paese industriale, non sono in grado di garantire grandi quantità di energia».
Al tavolo dei relatori si sono alternati studiosi e manager (tra questi Giampiero Bracchi, presidente della Fondazione, il numero uno dellAem Giuliano Zuccoli, Luca dAgnese del Grtn, il gestore della rete). I consumi di energia, si scopre, sono in aumento. Per questo sarà necessario far crescere lefficienza di rete e centrali.
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