Forza Nuova «completa» la mostra sul Pci

Lo so, per parlare degli errori recenti del centrodestra, italiano e ligure, occorrerebbe un’opera monumentale a dispense. Altro che pochi articoli di giornale. Ma, in attesa dell’enciclopedia, iniziamo con il bignamino.
Partendo dal peccato originale, vergogna assoluta e da cui discendono tutte le altre: la mancata rappresentatività dei parlamentari. Per una legge inventata dal centrosinistra in Toscana, fatta propria dal centrodestra e accolta con entusiasmo da Fassino e da Berlusconi (uno scrisse all’altro su un foglietto «No preferenze» e quell’altro, entusiasta, vergò un gigantesco «OK»), cinque o sei persone decidono i nomi di mille parlamentari. In questo modo, i cittadini sono completamente espropriati del rapporto con gli eletti, che non hanno alcun modo di sanzionare con il voto. In questo modo, gli eletti (non tutti, molti), prendono i voti e scappano. In questo modo, tantissimi parlamentari non lavorano per migliorare il rapporto con il territorio, ma esclusivamente per migliorare il rapporto con il proprio capopartito o capocorrente che ha il potere di vita o di morte sulla ricandidatura. In questo modo, soprattutto, l’unico interesse di deputati e senatori è spesso quello di lavorare esclusivamente o quasi per garantire la propria rielezione, caso perfetto di autoperpetuazione eterna.


Mica finita: in questo modo il livello dei parlamentari è molto scaduto. Siamo passati da ras delle preferenze o intellettuali a belle ragazzotte che non hanno altro pregio che quello di essere belle a portaborse e segretari. A destra come a sinistra. (...)

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