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Francia, il grigio Hollande sfiderà Sarkozy

Il Partito socialista francese ha scelto il candidato anti Sarkozy. Alle primarie il "moderato" François Hollande batte Martine Aubry. TRe milioni di francesi sono andati a votare. E il presidente, sfavorito nei sondaggi, prepara la rimonta

Francia, il grigio Hollande sfiderà Sarkozy

Il dado è finalmente tratto: dopo il melodramma della eliminazione del favorito Strauss-Kahn e un primo turno di primarie in cui i voti di 2.665.000 simpatizzanti si erano divisi tra ben sei candidati, il Partito socialista francese ha scelto ieri l’uomo che nella prossima primavera dovrà contendere l’Eliseo a Nicolas Sarkozy: come era nelle previsioni, è François Hollande, per undici anni segretario generale del partito ed ex compagno di Ségolène Royal, la bella signora che aveva perduto contro Sarko quattro anni fa e che, eliminata malamente al primo turno, ha invitato il suo 7% di simpatizzanti a votare al ballottaggio per il padre dei suoi figli. Con il sostegno suo, del moderato Manuel Valls e perfino dell’esponente della sinistra Arnaud Montebourg (che peraltro aveva lasciato ai suoi libertà di voto), il compassato e un po’ grigio Hollande è riuscito a superare abbondantemente la soglia del 53%, che egli riteneva indispensabile per unificare il partito e costringere la sua rivale, Martine Aubry, figlia di Jacques Delors e attuale segretaria del PS, a rinfoderare le sue ambizioni e rientrare nei ranghi. Secondo molti osservatori la Aubry si è scavata la fossa da sola con un’ultima settimana di campagna all’acido solforico, in cui ha definito con disprezzo Hollande «il candidato del sistema».

Per il partito le primarie sono state un successo, nel senso che è riuscita a portare ai seggi (ne erano stati allestiti circa diecimila) quasi tre milioni di persone, che dovevano versare un Euro e aderire ai «valori» della sinistra. Oltre che il favorito dei militanti, Hollande è probabilmente anche il candidato che, messo fuori causa Strauss-Kahn dallo scandalo di New York, ha le migliori possibilità di battere il presidente uscente. Ha l’handicap di essere un esponente della vecchia guardia, che ha perduto tre elezioni presidenziali consecutive e che perciò nella campagna elettorale avrà qualche problema a parlare di rinnovamento. Ma è un moderato, che appoggia il piano del governo di ridurre il deficit di bilancio al canonico 3% nel 2013, si oppone alla «deglobalizzazione» (leggi isolamento della Francia) propugnata da Montebourg ed è sempre stato critico della famigerata legge delle 35 ore, varata proprio dalla Aubry quando era Ministro del lavoro del governo Jospin e che ha avuto la sua parte nel declino economico della Francia: perciò ha più possibilità degli altri contendenti di sottrarre a Sarko una parte del cruciale elettorato di centro. Oggi come oggi, i sondaggi lo danno vincitore in un duello con il presidente uscente per 53 a 47.

Hollande commetterebbe tuttavia un gravissimo errore se vendesse la pelle dell’orso prima di averlo preso. Nonostante il vistoso calo di popolarità, dovuto non solo alla crisi economica ma anche alla sua arroganza, Sarkozy è tutt’altro che spacciato. Fin da domani il suo partito terrà una convenzione per chiamare a raccolta le truppe ed esaminare il modo migliore per contrastare l'avversario. Il presidente è un combattente nato, pieno di risorse e capace all’occasione anche di piazzare colpi bassi. Perfino la nascita, ormai imminente del figlio di Carlà potrebbe giocare a suo favore. I francesi, che sono tendenzialmente conservatori, esiteranno probabilmente a portare all’Eliseo un uomo nuovo, con scarsa esperienza internazionale, proprio nel mezzo di una crisi globale in cui Sarko, fino adesso, ha avuto una parte da protagonista.

L’esito dello scontro sarà comunque deciso da Marine Le Pen, l’astuta e battagliera leader del Fronte nazionale (l’estrema destra). A un certo punto, aveva perfino superato Sarkozy nei sondaggi, come suo padre aveva superato il socialista Jospin, dando vita a un duello per la presidenza senza gollisti, inedito ma dall’esito scontato.

Ora queste eventualità appare remota, ma a Marine rimarrà il ruolo di «grande elettrice»: se dirà ai suoi seguaci di rimanere a casa al ballottaggio, difficilmente Sarko potrà farcela; ma se dovesse, nonostante i violenti contrasti e le differenze di programma, sostenere il presidente la strada per Hollande diventerebbe in salita.

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